60 anni di U.S. Aldo Moro

Mentre tutti si sistemano e la sala si riempie, sullo schermo gli ultimi ori olimpici, i brividi e la pelle d’oca che cancellano il brusio. Una vittoria su tutte, quei 50 chilometri finiti con il sorriso di Giorgio Di Centa. Ma è una vittoria lunga sessant’anni. Il 6 settembre 1946 nella saletta ricreativa della canonica di Treppo Carnico per opera di 21 sportivi locali veniva costituita l’US Aldo Moro, con dedica a quel maestro del paese, appassionato sportivo, caduto sul fronte balcanico nel 1943. Il nome cambia poi in Us Aldo Moro Val Pontaiba, e ancora in Aldo Moro-Valle Alto But, con sede a Paluzza, per estendersi a tutta la vallata. Lo scopo? Propagandare nei giovani la passione per lo sport. «Sono ormai sei decenni che l’US Aldo Moro non solo forma atleti, ma dà loro modo di conoscersi, confrontarsi e crescere in un ambiente sano», si legge nella biografia. E sarà anche per questo che quando l’attuale presidente Andrea Di Centa apre con le sue parole la serata, l’emozione gli incrina la voce. Sarà anche per questo che Manuela Di Centa vuole subito abbandonare la pur necessaria veste ufficiale per ricordarsi di quella bambina con gli sci rossi che voleva seguire papà Tane sulla neve e fare qualcosa di bello nello sport. Sarà anche per questo che il libro commemorativo è stato redatto attraverso l’espressione di oltre 50 persone che hanno vissuto lo sport all’interno dell’Aldo Moro sulla propria pelle. Prima della presentazione dell’opera, nella sala del teatro Daniel a Paluzza ieri si sono ascoltati i saluti delle tante autorità, dalla Fisi, al Coni, all’8. Reggeimento Alpini che ha collaborato nell’organizzazione, dal Comune alla Comunità montana, alla provincia, alla regione, al governo, con l’on. Di Centa e il sottosegretario allo sport e alle politiche giovanili Elidio De Paoli che ha consegnato una medaglia d’argento. E poi a chiudere la ricca serata riempita anche dalla presentazione delle squadre per la prossima stagione, i riconoscimenti ai tre fondatori ancora in vita, chi faceva l’autista perchè unico patentato, chi andò poi a Tarvisio perchè saltava dal trampolino, e per questo l’han chiamato Trampolin. Dopo di loro i 13 presidenti e i campioni che han tenuto alto il nome della società. Venanzio Ortis, Manuela e Giorgio Di Centa, Alessandro Pittin, fa strano dirlo, ma sono solo alcuni. Tutti con in mente il mitico fondatore Benito e nel cuore quel che di unico che l’Aldo Moro contrinua loro a regalare. Perchè, come ha detto perentorio l’ex presidente Renato Ortis «l’Aldo Moro è nata bene. E non morirà più».

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