Alto Friuli: sulla sanità altolà alla fuga in avanti di Urbani,

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di Tanja Ariis .

«Il documento approvato all’unanimità dalla conferenza dei sindaci dell’Ass3 non dice che l’ospedale di Gemona debba essere “di rete”». Si vedono costrette, quanto meno per chiarezza, a rilevarlo le presidenti di Ambito distrettuale dell’Alto Friuli, Nadia Campana e Cristiana Gallizia, di fronte alla piega che sta prendendo la battaglia a difesa del San Michele, di fronte a un’interpretazione dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dai sindaci dell’Alto Fruli che vedrebbe il documento ridotto ad una difesa tout court del nosocomio gemonese com’è oggi. Non dice questo l’odg, chiede soprattutto più servizi sul territorio. Anche alcune mosse del sindaco di Gemona, Paolo Urbani, non sono piaciute: «la battaglia a difesa dell’ospedale del sindaco Urbani – affermano Campana e Gallizia- è comprensibile, entro certi limiti, ma dovrebbe rimanere confinata ad un ambito di confronto rappresentato dalla Regione. Il ricorso di Urbani all’intercessione del Ministro della salute Lorenzin appare un segnale di “forzatura” di chi vuole trovare canali paralleli alla dialettica democratica e paritaria nelle sedi opportune. Probabilmente la concomitanza della votazione unanime del documento dell’Alto Friuli con la visita di Urbani al Ministro ha sviato l’attenzione, facendo travisare la sostanza del documento, che parla di trasporti, di innovazione, di equiaccessibilità, di sicurezza, di risorse, ma non – sottolineano – di “difesa dell’ospedale”». «I 43 sindaci – proseguono – hanno votato un documento che sposta l’asse d’intervento dall’ospedale al territorio, non solo “a difesa del San Michele” di Gemona, ma a sostegno del vivere bene, in salute e in sicurezza in territorio montano, per tutti. Dal documento non si evince che l’ospedale di Gemona debba essere “di rete”, ma si chiede sia inserito in un contesto di offerta sanitaria che risponda realmente(e non demagogicamente) ai bisogni di salute delle persone. Nelle settimane precedenti – spiegano – ci siamo impegnate per informare i nostri amministratori sul riordino istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale. Il confronto è stato produttivo e ci ha permesso di raggiungere contenuti condivisi e sostenuti da tutti. La conoscenza degli argomenti e un’efficace collaborazione sono state le condizioni essenziali per stilare un documento unitario, il cui obiettivo strategico è l’implementazione dei servizi territoriali, la creazione di un’ulteriore rete di relazioni finalizzate a facilitare la cooperazione e lo sviluppo di progetti e obiettivi condivisi, contribuendo alla diffusione del senso di appartenenza a un unico territorio, che presenta caratteristiche diverse,ma si identifica e si rispecchia in un’identità ben definita. Il documento approvato l’11 settembre non è una bandiera da sventolare per sostenere un unico obiettivo, ma è un incentivo a promuovere lo sviluppo dei servizi, avendo uno sguardo ampio nei confronti dei nostri territori e dei nostri cittadini, perché possano dire: “ho deciso di vivere in montagna”. È una sfida per il futuro che dobbiamo fare nostra e prepararci a vincerla».