Ampezzo: ondata di proteste per gli stavoli all’asta nella conca di Pani

di Tanja Ariis.
Volantini di disapprovazione e voci contrarie alla vendita all’asta da parte del Comune di due stavoli nella conca di Pani si levano sempre più in queste ore ad Ampezzo: un gruppo di persone che in paese stava lavorando a un progetto per la valorizzazione naturalistica, storica e turistica dell’area nell’interesse di tutta la Carnia – così affermano – non accetta quella che definisce una svendita di beni della comunità per la cui ristrutturazione erano stati anche concessi non pochi contributi regionali. A esprimere per tutti il punto di vista del gruppo è Mido Martinis, che esprime grande amarezza per la messa in vendita di tali immobili (il termine per le offerte scade giovedì). Il prezzo a base d’asta per uno degli stavoli è di 81 mila euro e per l’altro è di 67 mila euro, quando però, segnala Martinis, il Comune ha investito negli anni per uno di essi 99 mila euro e per l’altro 82 mila per ristrutturarli, senza contare le infrastrutture di servizio come acquedotto e strada asfaltata e allora la spesa lievita ulteriormente. Perché spendere soldi pubblici per tali immobili, se l’obiettivo era venderli anziché valorizzarli a favore della comunità? Perché – insiste soprattutto Martinis – non dare appoggio e seguito al progetto che si stava cercando di avviare, su idea del compianto Giovanni Spangaro, per valorizzare tutto il sito, tra l’altro estremamente panoramico, degli “stavoli della Congregazione” (si chiama così perché deriva da un lascito di Giacomo Taddio fu Valentino nel 1836 alla Congregazione di carità di Ampezzo, dopo la cui soppressione finì nelle proprietà del Comune) e della conca di Pani come risorsa per la Carnia? Gli stavoli nell’estate 2013 erano già stati oggetto di un incontro e di interesse tra sindaci, Università di Udine, Giovanni Spangaro, Giulio Magrini e Martinis, come punto di partenza di un percorso che avrebbe coinvolto ben cinque Comuni. L’idea era (e per diversi resta) realizzare nei tre stavoli (due di essi sono quelli in vendita) un punto di aggregazione e per eventi culturali, un punto di appoggio per numerose escursioni naturalistiche e storiche (per esempio sui sentieri della Resistenza) in Carnia e per cicloturisti, un rifugio-ristoro e una sede di accoglienza per studi di agraria, scienze dell’alimentazione e architettura, cercando di dare un futuro a questi luoghi anche per le nuove generazioni nell’ottica di un turismo sostenibile.