Arta Terme: sacerdote a 24 anni «Una vocazione nata nella mia Carnia»

FOTO PETRUSSI - Udine 31 Maggio 2013. Messa con nomina nuovo parroco. Copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

di Davide Lessi.

Alberto Zanier, carnico di 24 anni, è diventato prete in un clima di commozione e gioia. Erano in tanti ad affollare la cattedrale di Udine ieri pomeriggio, dove l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato ha celebrato la messa di ordinazione. Accanto a lui e a tanti sacerdoti, c’era il rettore del seminario, don Maurizio Zenarola, il quale ha ricordato «come a essere consacrato è un giovanissimo che ha iniziato il suo cammino molto presto». Alberto, del resto, è uno dalle idee chiare. «Già a Tolmezzo, quando frequentava il liceo psico-pedagogico Marchi, aveva deciso di seguire la vocazione, perché questo era il suo sogno» raccontano gli amici. Ma ben prima, nella sua Carnia, ad Avosacco – piccola frazione di 230 anime nel Comune di Arta Terme – Alberto aveva coltivato la fede. «La mia vocazione è nata nel contesto familiare», ha rivelato in una lunga intervista rilasciata al settimanale La Vita Cattolica, sottolineando il ruolo svolto dal padre («Uno di poche parole, ma chiare e precise») e della madre («Che con noi figli ha sempre curato l’aspetto della fede»). Fondamentali nel suo percorso anche monsignor Carlo Primus, parroco di Cleulis (e zio del padre di Antonio), e altri due parroci: don Elio Nicli, che adesso è a Udine nella Fraternità sacerdotale, ma ha prestato servizio proprio a Arta, e don Gastone Candusso, conosciuto nei due anni passati a Gemona. «Fino alla fine – ha sottolineato Alberto – è stato un esempio di pastore per i suoi parrocchiani». Ed è proprio sulla figura di “prete-pastore”, professata anche da Papa Francesco, che Alberto vuole modellare il suo sacerdozio. Una chiamata che arriva in controtendenza perché, come denuncia ancora il rettore don Maurizio Zenarola, «sta venendo a mancare la cultura della vocazione». Dei 16 ragazzi presenti in seminario, quattro sono arrivati quest’anno, mentre l’ultima ordinazione risale a un anno fa quando fu don Boguslaw Kadela a venire consacrato. Ieri è stata dunque la volta di Alberto che, dopo la processione partita dalla Purità, si è seduto davanti alla folla della navata centrale, con i suoi piccoli occhiali rivolti verso il maestoso altare. Un’emozione resa ancora più forte dal coro della cattedrale diretto dal maestro Gilberto Della Negra con l’accompagnamento musicale all’organo di Beppino Delle Vedove. Oltre ai familiari e alla comunità parrocchiale, presenti anche tante autorità: in prima fila c’erano il primo cittadino di Resiutta, Francesco Nesich, e i colleghi di Arta Terme, Marlino Peresson, e di Buja, Stefano Bergagna. Proprio nella parrocchia di Buja, Alberto prestava servizio come diacono. Ora sarà prete, “prete-pastore”.