Autostrada in Carnia: c’è il primo progetto.

Ritorna in auge il collegamento tra l’autostrada A27 Venezia-Belluno e la A23 Palmanova-Tarvisio. A rilanciare l’ipotesi è Renato Chisso, assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture della Regione Veneto, ieri in occasione di un incontro organizzato dall’Associazione nazionale costruttori edili di Treviso, a Mogliano Veneto, tra la Marca e Venezia. «È un mio cruccio, un obiettivo che con il presidente Giancarlo Galan ci eravamo posti – conferma l’esponente della giunta veneta – Ora stiamo arrivando in porto con un’idea progettuale di fattibilità estremamente interessante. Fra una decina di giorni la presenteremo ufficialmente alla giunta e alla commissione». 

L’assessore non rivela dettagli, ma il progetto darebbe concretezza ad uno studio promosso dalle associazioni degli industriali di Belluno, Treviso, Pordenone e Udine. «Si tratta di una cosa fattibile, non di un volo pindarico – nota Chisso – Una cosa che non interesserà assolutamente Cortina, sarà un prolungamento per un chilometraggio adeguato». Si partirebbe per ora con il primo troncone da Pian di Vedoia (poco prima di Longarone), dove attualmente termina la A27, a Macchietto di Perarolo. Il tracciato poi piegherebbe a est, attraversando il confine regionale, fino a raggiungere, con ampi tratti in galleria, Forni di Sopra, e poi, nell’ultima sezione, Tolmezzo, per innestarsi sulla A23. E proprio per questo si attende l’ok della Regione Friuli. Anzi, la volontà di dare avvio alla fase operativa del progetto del segmento bellunese dell’asse autostradale, nasconderebbe la volontà di velocizzare i tempi di una decisione da parte dell’amministrazione Tondo. Un altro tavolo si dovrebbe poi aprire con la società Autostrade, concessionaria di entrambe le infrastrutture da collegare.

L’operazione, del valore di circa 800 milioni di euro per la prima tranche, si baserebbe sul project financing: un gruppo di imprenditori investirebbe i capitali necessari (lo stesso Chisso esclude la possibilità di contributi pubblici) in cambio della gestione dei futuri pedaggi.

6 Risposte a “Autostrada in Carnia: c’è il primo progetto.”

  1. Siamo tutti curiosi di conoscere il nuovo studio a basso impatto ambientale voluto dagli industriali bellunesi. curiosi di capire come 30.000 veicoli al giorno diano “ossigeno” alla val tagliamento, curiosi di sapere se questo famigerato project financing sosterrà gli onerosi costi dell’opera, oppure se ancora una volta a pagarla saranno i contribuenti!

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  2. Lettera aperta in seguito all’articolo publicato dal Messaggero Veneto in data 01 luglio 2008, relativo al prolungamento autostradale A23-A27

    per ogni riferimento visita la rassegna stampa sul nostro sito http://www.peraltrestrade.it

    FOSSERO ANCHE LE BARRICATE

    Lettera aperta al direttore e ai lettori del settimanale, ai sindaci di Tolmezzo e di Forni di Sotto

    Egregi Sindaci, crediamo che, pur in assoluta buona fede, abbiate le idee un po’ confuse circa la funzione del vostro mandato istituzionale; nessuno immagina che dobbiate alzare barricate a priori e avverso i progetti che provengono dal mondo economico e politico. Ad ogni buon conto, ben vengano i dubbi da Voi espressi (anch’essi un po’ confusi, a onor del vero); è lecito sperare che al cospetto di un’opera di tali vaste proporzioni, di un’ipotesi di tale impatto sul territorio, (quale sarebbe la costruzione di un’autostrada alpina che, per collegare due autostrade esistenti, A23 e A27, attraverserebbe la Valle per intero), tralasciando le vaghe citazioni in merito a “interessi sovranazionali” o alle fantasmagoriche “positive ricadute sulle popolazioni locali”, la Vostra azione porti ad un serio approfondimento del progetto ed a un dibattito pubblico partecipato e diffuso sul territorio che rappresentate. Per fare ciò, dovreste Voi per primi studiare bene la questione e informarvi in merito alla legislazione mondiale ed europea in tema di ambiente, trasporti e mobilità, impatti delle emissioni sulla salute umana, accesso della popolazione alle fasi decisionali. A questo punto sareste in grado di pensare autonomamente e di esprimere parole ed azioni intese a tutelare gli autentici interessi delle popolazioni che siete delegati a rappresentare e supportare, non a soppiantare nella scelta del loro destino. Fossero anche le barricate.

    Dai tempi di Rio de Janeiro (1992) la comunità internazionale ribadisce per mezzo di Convenzioni, Protocolli, e Leggi Nazionali:

    a) come il paesaggio rappresenti un elemento chiave del benessere individuale e sociale(Convenzione Europea del Paesaggio-20 ottobre 2000);

    b) la necessità di tutelare (significa CONSERVARE) l’ambiente ed il paesaggio naturale fino ad oggi sopravissuto all’era industriale;

    c) il diritto delle popolazioni “ad una vita sana in armonia con la natura”;

    d) il diritto all’accesso informato del pubblico al processo decisionale in materia ambientale (Convenzione di Arhus 1998);

    e) il coinvolgimento di tutte le componenti della società nei processi decisionali che riguardano l’ambiente (Agenda 21);

    f) la necessaria valutazione “bottom up” (dal basso) degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (procedura VAS Direttiva CE 42/2000), ovvero illustrazione e discussione delle proposte prima che esse diventino piani e progetti;

    g) l’ineludibile necessità di non costruire altre autostrade transalpine (Convenzione delle Alpi- Protocollo dei trasporti)al fine di tutelare un bene di inestimabile valore mondiale qual è la catena alpina e la qualità della vita di abitanti e ospiti ( le Dolomiti ed il fiume Tagliamento saranno in futuro probabili “Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco);

    e ultima considerazione ma non in ordine di importanza: il Protocollo di Kyoto e tutti gli impegni disattesi dal nostro Paese in materia di riduzione delle emissione di anidride carbonica, per la qual cosa le future generazioni non pagheranno solo gli effetti ambientali, ma anche le salatissime sanzioni internazionali.

    Quali che siano “gli interessi sovranazionali” (collegamenti Pan-Europei di collegamento con i paesi asiatici e con l’Europa dell’est = flussi di immigrazione in entrata e delocalizzazione in uscita), oppure i bassi calcoli di un raggruppamento politico-economico espressione degli industriali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, questo è l’impegno che un Sindaco assume di fronte ai suoi cittadini.

    Come si possono emarginare le popolazioni dalle decisioni che riguardano il territorio dove essi vivono e che ricadranno giocoforza sulle loro teste e su quelle dei loro figli?

    A noi popoli del No, nati a causa di una profonda crisi della rappresentanza democratica nel nostro disastrato Paese, appare molto poco in linea con l’Europa la circostanza per la quale sono proprio coloro che hanno interessi tangibili nella realizzazione di un’opera, gli stessi che consigliano i nostri politici, che finanziano l’opera (si fa per dire poichè sappiamo benissimo come funziona il projet financing), e che producono le considerazioni sull’eventuale impatto ambientale e sociale! Ma si sa, siamo nel paese del conflitto di interessi.

    Sulla scia di codesto dubbio molto italiano, una domanda sorge spontanea: può un’opera faraonica di 85 chilometri, dal costo previsto (!) di tre miliardi di EURO, essere sostenibile dal punto di vista ambientale e puntare al “miglioramento della qualità della vita delle popolazioni della di montagna”, quando tale opera taglierebbe drasticamente le vallate della Carnia e del Cadore, sconvolgendo natura alpina e paesaggi montani con rilevati alti anche 16 metri, viadotti, gallerie, svincoli e ponti, incanalando e attraendo tra Alpi e Prealpi il traffico pesante del trasporto merci diretto e proveniente da est ?

    E soprattutto, è veramente necessario tutto ciò proprio ora che tale opera, anche a causa del prezzo del petrolio , viene considerata dalla Comunità Europea, ampiamente superata dalla movimentazione di merci e persone su rotaia?

    A pro di chi, dovremmo sacrificare 28 Siti di Importanza Comunitaria, 16 Zone di Protezione Speciale (SIC Direttiva Habitat), 1 Area di Rilevante Interesse Ambientale (A.R.I.A.), un Parco Intercomunale, due Parchi Naturali, il nostro Paesaggio Storico (cosa c’è di più storico del paesaggio?), l’aria che respiriamo, le nostre sorgenti (il disastro TAV del Mugello insegna, così come lo sciagurato caso nostrano del “ Passo della Morte”) il silenzio delle valli, la perifericità rispetto ai circuiti criminali, un possibile turismo di alta qualità e molto altro difficilmente quantificabile soprattutto in termini di mero “rientro finanziario”e di “compensazione alle popolazioni locali”?

    Ed ora, alla luce di quanto finora detto, desideriamo avanzare al Direttore del settimanale che ci ospita, una richiesta: di voler dare voce e titolo anche a quei soggetti (comitati, associazioni, esperti, nonché semplici cittadini) i quali non si uniscono al generale coro di assenso ponendosi in modo critico rispetto a programmi e progetti ideati nelle sedi più o meno istituzionali. Recentemente, nel corso di un interessante convegno tenutosi a Tolmezzo dal titolo “Comunicare montagna”, è stato affermato, ed in ciò concordiamo pienamente, come la pluralità e la democrazia dell’informazione diffusa nelle zone marginali e periferiche come la nostra, rappresenti un po’ il polso della pluralità e della democrazia dell’informazione a livelli molto più vasti…..perdonerete se ci dichiariamo un po’ preoccupati.

    Cordiali saluti

    Comitato interregionale PAS-Dolomiti http://www.peraltrestrade.it [email protected]

  3. passo di qui per caso e perchè in queste e quelle zone in anni lontani vivevo. Una sola domanda: quando i dominatori e predatori antichi romani tracciarono le consolari, grazie alle quali questo popolo di piccole parrocchiette si aprì al mondo di allora, chissà cosa sarà accaduto. Allora i Romani si imposero e noi ne godiamo indubbi vantaggi. Forse ogni tanto qualcuno dovrebbe poter usare un potere pericoloso? o è meglio ragionare se i danni delle ipotetiche 30000 automobili possono essere un minor costo in tante altre cose al momento non compreso? Perdute, per sempre, quelle genti che nascono con sole indefettibili certezze! Scusate, di nuovo e ovviamente.

  4. Ormai si fa amministrazione in maniera maniaco-ossessiva. Chisso ha la mania dell’asfalto per tutti: ha ricevuto il mandato di asfaltare il Veneto e i Veneti. Tra un po’ se ne accorgeranno anche quelli che hanno voluto il centro-destra in Regione (ma anche se fosse andata diversamente un chisso a pseudo-sinistra sarebbe spuntato lo stesso). Questa generazione d’amministratori è cresciuta e sta campando sull’ indifferenza e la non partecipazione dei suoi elettori-sudditi. Ma non tutti ci stanno. Noi ci opponiamo e opponendoci siamo sicuri di fare più Politica (quella vera) di loro.

    http://www.nopedemontana.135.it

  5. Ormai si fa amministrazione in maniera maniaco-ossessiva. Chisso ha la mania dell’asfalto per tutti: ha ricevuto il mandato di asfaltare il Veneto e i Veneti. Tra un po’ se ne accorgeranno anche quelli che hanno voluto il centro-destra in Regione (ma anche se fosse andata diversamente un chisso a pseudo-sinistra sarebbe spuntato lo stesso). Questa generazione d’amministratori è cresciuta e sta campando sull’ indifferenza e la non partecipazione dei suoi elettori-sudditi. Ma non tutti ci stanno. Noi ci opponiamo e opponendoci siamo sicuri di fare più Politica (quella vera) di loro.

    http://www.nopedemontana.135.it

  6. secondo me un autostrada che passa per la carnia sarebbe utilissima per l'economia locale, in più ridurrebbe il traffico della statale 52 carnica che essendo molto stretta e con molta circolazione di mezzi pesanti

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