Carnia: campionato carnico 2015 senza pace, anni di squalifiche e partite sospese

di Massimo Di Centa.

È un Carnico senza pace quello di questa stagione: cominciano, infatti, a essere tanti, troppi, gli episodi di violenza dei quali si è dovuto occupare il Giudice sportivo. Nel centro del mirino i direttori di gara che già in due circostanze hanno dovuto sospendere le partite: il primo episodio, ai primi di giugno, quando fu interrotta Amaro-Val del Lago, perché l’arbitro non se l’è sentita di proseguire dopo che il guardalinee di parte della squadra ospite Pierino Zilli gli aveva rifilato un calcio. Per Zilli 3 anni di squalifica. Qualche settimana dopo, il match non fu sospeso, ma il calciatore della Nuova Osoppo, Lorenzo Tiepolo, si è visto infliggere 4 mesi di squalifica per aver strattonato il direttore di gara, durante la gara di Coppa Carnia con l’Arta. E infine, domenica scorsa: a pochi minuti dal novantesimo di Viola- Rigolato,il giocatore ospite Michael Vergazzini avrebbe colpito con una testata l’arbitro Duca. Giudice sportivo severissimo e 4 anni di squalifica per il giocatore. Ma il Carnico, purtroppo, nelle ultime stagioni non è nuovo a fatti di cronaca extra sportiva: nel 2006, sempre ad Amaro, il giocatore della compagine locale, Massimiliano Barnaba, rimediò una lunga squalifica (5 anni) per aver aggredito l’arbitro Tulissio nel corso della gara tra la sua squadra e l’Ardita. Da ricordare, poi, anche gli episodi a sfondo razzista che, due anni fa, videro protagonisti in negativo il giocatore del Cercivento Devid Morassi (offese all’arbitro di colore Boussim Ousseni) e la Velox di Paularo per espressioni razziste nei confronti del giocatore della Pontebbana Bedi. In questa circostanza le squadra furono costrette a giocare le due partite successive interne a porte chiuse. Tutti i protagonisti di questi episodi hanno duramente contestato le decisioni del Giudice sportivo, reclamando la non reale rispondenza dei fatti. Aldilà di questo, resta un profondo senso di amarezza, perché a venire offesi, prima di tutto, sono la cultura sportiva e il rispetto delle regole. Un arbitro sbaglia esattamente come sbaglia un giocatore, un allenatore o un dirigente, la differenza è che al “fischietto” di turno nulla è perdonato e c’è chi parla addirittura di male fede, il che, se rapportato al Carnico, ovvero la quintessenza del dilettantismo, francamente fa un po’ ridere. I toni usati dal presidente della Federcalcio regionale Gianni Toffoletto nel comunicato arrivato in redazione mercoledì ci fanno capire che la misura è colma e che dovrebbe essere compito di tutti riportare le cose alle giuste dimensioni. L’insofferenza alle regole è una tendenza pericolosa ma proprio sulle regole e sul rispetto reciproco dovrebbe basarsi la quotidianità. Peccato che, a farlo notare, si è tacciati di moralismo …