Carnia: Chiara Banelli ad «Alta Moda Roma» vince il prestigioso premio «giovane talento»

di Monika Pascolo.

C’è un pezzetto di Carnia in ogni sua creazione. E quel Friuli che «racconta» nei suoi abiti, domenica 1° febbraio, è diventato uno dei protagonisti di «Alta Moda Roma». Lei è Chiara banelli (nel riquadro), stilista 25enne di Trelli, frazione di Paularo. Sua la firma della collezione che ha sfilato sul prestigioso palco di «Fashion in action», evento dedicato alle nuove leve dell’alta moda a cui prendono parte «osservatori» provenienti da tutto il mondo. La giovane friulana – che nella capitale è stata premiata come talento emergente -, prima di approdare alla passerella romana ha superato una durissima selezione tra sessanta partecipanti. Un passaggio obbligato che, al pari di altri due «colleghi» (Emanuela Conte e gli studenti dell’Istituto Cordella di Lecce), le ha dato poi la possibilità di presentare i propri abiti davanti ad un pubblico esperto del settore, con ospiti arrivati appositamente persino dall’Iran,oltre ad alcuni organizzatori di quelli che sono gli appuntamenti più importanti dell’alta moda in America Latina.
L’abbiamo raggiunta telefonicamente lunedì 2 febbraio, mentre era ancora a Roma a godersi il prestigioso risultato e l’«indescrivibile emozione» che si prova «quando tutti gli occhi sono puntati sui tuoi vestiti». Ci racconta della sua passione, nata dal grande amore per il disegno, poi sviluppata e affinata nel corso di cinque anni di superiori all’Isis D’Aronco di Gemona. Risale al periodo scolastico il primo concorso regionale – «Moda d’autore» -, al quale partecipa con tre abiti da lei ideati e cuciti, classificandosi al secondo posto. Di concorsi da allora ne ha fatti tanti, portando a casa numerosi premi e segnalazioni di merito.
«Pian piano ho cominciato a credere in quello che stavo facendo – dice -; per me è un gesto naturale, mi piace lavorare sul manichino e plasmare la materia. Adoro cucire e in ciò che creo mettere sempre dentro qualcosa del mio territorio, un particolare, un richiamo alla tradizione, un pezzo di materiale povero, del legno, come il corpetto che ho presentato a Roma». Chiara «crea» tutto con le sue mani, nel piccolo laboratorio di sartoria ricavato in un’ala della casa tra le montagne della Carnia, dove vive con i genitori e il fratello Claudio (anche lui «artista», da cantautore ha da poco registrato il suo primo cd). Taglia, cuce e ricama. Tra le prime realizzazioni, ricorda con orgoglio, c’è l’abito da sposa per Elena, poi diventata sua cognata. In tutto ciò che fa si avvale di una collaboratrice speciale e ormai irrinunciabile dalla quale, dice, ha ereditato «la passione per la macchina da cucire». È mamma Dina che in questo periodo le sta insegnando a fare gli «scarpets». Sì, perché Chiara, che dà vita esclusivamente in maniera artigianale a linee di costumi da bagno e abiti di alta moda (c’è voluto un mese di lavoro per confezionare dei pantacollant che hanno sfilato a Roma, completamente ricamati a mano), spesso abbina ciò che realizza alle tipiche calzature friulane in stoffa, ovviamente «rivisitate» con l’estro della stilista e la maestria della madre. Insomma, l’antico che «incontra» il moderno, così come accaduto per la collezione proposta nella capitale, ispirata alla sua terra d’origine. In quel caso il tessuto – un lino leggerissimo, impreziosito da inserti di raso – è stato prodotto appositamente per la giovane stilista dalla Carnica Arte Tessile di Villa Santina.
Ora, dopo l’esperienza romana, Chiara attende l’esito di quello che il suo manager, il gemonese Riccardo Gubiani (è anche l’ideatore dell’evento dedicato ai nuovi talenti della moda), ha definito «il suo primo vero banco di prova a livello internazionale». Con la speranza che dall’altro capo del mondo comincino a fioccare i primi ordini per le creazioni «made in Carnia», la giovane designer ha già nel mirino il prossimo obiettivo. Archiviato «Fashion in action primavera-estate» ora il pensiero va al medesimo evento dedicato però all’«autunno-inverno», programmato per luglio. Chiara si dice pronta alla sfida e anche in questo caso è grande la voglia di mettersi in gioco, di spingersi oltre, verso qualcosa di nuovo e innovativo. Ma nei suoi vestiti, assicura, ci sarà sempre quel profondo richiamo alle radici friulane. Una sorta di marchio di fabbrica «che non dovrà mai mancare!».