Carnia: Coopca e i negozi che non vuole nessuno

Per 14 negozi non sarebbe stata depositata alcuna offerta e nonostante su 39 punti vendita, 25 sianostati aggiudicati  (e per alcunicon  una gara al rialzo) ora la preoccupazione è massima per quei negozi che non viole nessuno con la speranza che i 25 aggiudicati vengano resi al più presto funzionanti e riaperti al pubblico sotto una nuova insegna.

Tra quelli non richiesti, i tre negozi di Mestre, Treviso, Crocetta del Montello, Gemona, Cassola, Sacile, Vittorio Veneto, Buja, Tolmezzo Chelonia, Tarvisio e Codroipo, mentre fuori asta l’IperCoopca di Amaro sul quale si starebbe muovendo il gruppo Aspiag-Despar.

 

Aggiornamento

di Lodovica Bulian.

E’ una maratona durata oltre nove ore, quella che ieri alle 18 finalmente consegna l’atteso responso sul destino dei supermercati CoopCa – la cooperativa carnica finita in concordato e su cui indaga la procura di Udine – sparsi tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. Tra colpi di scena, bracci di ferro, trattative e aste al rialzo, dallo studio del notaio Lucia Peresson di Udine, dove alle nove di mattina inizia il tam tam delle aggiudicazioni con l’apertura delle buste contenenti le offerte pervenute per i punti vendita, la procedura incassa la cessione di 22 negozi a marchio cooperativa carnica, per un realizzo totale che si aggira attorno ai 13 milioni di euro. L’esito Stremati ma soddisfatti i liquidatori, Paolo Rizza, Giovanni Sgura e Roberto Pittoni, che hanno preso le redini dell’azienda dopo lo scioglimento del cda, perché i numeri rivelano che «è andata meglio di quanto pensavamo e di quanto avessimo in mano». Già, perché, oltre ai giganti di Coop Nordest, Alì, Centro Commerciale Discount e Despar, a dare benzina al bando per la cessione è spuntata una «new entry che non ci aspettavamo». E’ Ortofrutticola Cervellin srl di Udine, che si aggiudica l’acquisizione di ben cinque supermercati che erano rimasti finora orfani di acquirenti, tra cui anche Trieste. Ma ci sono anche tre dipendenti CoopCa che non vogliono gettare la spugna e si mettono in gioco per strappare il punto vendita in cui lavorano da chiusura certa, convinti che «possiamo farcela». «E’ andata bene – dice anche il commissario giudiziale, Fabiola Beltramini – ma la strada è ancora lunga». E in salita, perché la clessidra scorre veloce al 31 dicembre, la dead line fissata nel piano di concordato per la cessazione definitiva della cooperativa, e ci sono ancora 14 negozi “orfani” che senza offerte saranno costretti ad abbassare le serrande entro Natale. Oltre ai 22 punti venduti, sono stati assegnati anche due immobili – una sede di uffici a Codroipo, e quella dello spaccio di Amaro – mentre è ancora in corso la trattativa, con buone chance di concludersi positivamente, sull’Ipercoop delle Valli, ad Amaro. Gli acquirenti Senza intoppi invece la vendita seguita all’offerta irrevocabile di acquisto già presentata a inizio procedura come pilastro del concordato, e come promesso dallo stesso presidente Paolo Cattabiani come impegno a favore della “sorella” finita in dissesto finanziario, Coop Nordest ha acquisito sette punti vendita in Friuli: si tratta dei supermercati di Fagagna, Majano, Brugnera, Precenicco, Pordenone, Tarcento (via Dante), Rivignano. Centro commerciale Disocunt invece si porta a casa il contesissimo negozio di Spilmbergo, su cui ha “battagliato” nell’asta informale al rialzo con Conad, che ne è uscita a mani vuote, e Tolmezzo (Mercato). Aspiag, la concessionaria di Despar per il Triveneto, strappa dopo un braccio di ferro con una cordata di privati già operativi in Carnia con diversi alimentari, il Supercoopca di Tolmezzo. In Veneto va a Famila il supermercato di Torri di Quartesolo (Vicenza), mentre ad Alì erano già stati aggiudicati senza dover procedere con le aste vista la qualità e il valore dell’offerta sottoscritta, i punti di Limena e Marcon, tra i più competitivi della cooperativa nella vicina regione. I dipendenti Angelo Verde, dipendente CoopCa a Cassola, scende in campo con le sue forze e acquista il punto vendita di Venturali, a Villorba. La stessa impresa la tenta un altro dipendente, che compra il negozio di Cittadella, mentre altri due privati si aggiudicano i punti di Spinea e di Pontebba. Ma a dare nuova e inaspettata benzina alle cessioni, ieri, è stata appunto la società Ortofrutticola Cervellin di Udine, ingrosso di frutta e verdura, che ha scongiurato la chiusura per Trieste, Cividale, Tarcento, Aviano e Cervignano, su cui le speranze erano ridotte ormai al lumicino. Per tutti i negozi opzionati, l’intenzione è quella di effettuare il cambio di insegne entro la fine dell’anno. A mani vuote I punti vendita senza offerte sono quattordici e per loro il rischio, imminente, è la chiusura e la conseguente perdita di posti di lavoro. Entro Natale, come vuole il piano di concordato, se alle aste al ribasso che verranno avviate non troveranno un nuovo padrone. Si tratta di Tarvisio e Codroipo, su cui aveva messo gli occhi Cc Discount ma senza poi far seguire un’offerta concreta, di Sacile, Gemona, Tolmezzo Chelonia, Buja, tre punti vendita siti a Mestre, Treviso, Crocetta del Montello, Cassola, Vittorio Veneto e Oderzo. L’introito A fine giornata sale a 11 milioni di euro circa – che si sommano ai due milioni derivanti dall’assegnazione ad Alì di Limena e Marcon – su 40 milioni di euro totali. Restano da vendere 17 milioni di euro, se non si considera il Cedi di Amaro, per cui non si intravedono ancora soluzioni, ma di cui si è fatta già assegnataria Banca di Cividale che sull’immobile da 12 milioni di euro aveva concesso a CoopCa un mutuo. Difficile quantificare quanti posti di lavoro si salveranno nel complesso, perché quasi per tutte le cessioni rimangono ancora da definire gli accordi sindacali, finalizzati alla massima tutela del personale. Da una prima valutazione i liquidatori stimano che si potrebbe trattare di circa 300 lavoratori, su 639, che non rimarranno senza impiego. Meno della metà. Per tutti gli altri la cassa integrazione straordinaria proseguirà fino ad aprile 2016. La polemica Insieme alla gioia per l’affare fatto, resta però l’amaro in bocca ai dipendenti che si sono buttati nell’avventura dell’auto imprenditorialità, una partita già complessa di per sé, quella della metamorfosi da commessi a capitani d’azienda, nella quale si sono ritrovati soli, lamentano. E se non si può parlare di flop, neanche di decollo dell’iniziativa sponsorizzata dalle associazioni delle cooperative per attutire il tonfo delle chiusure. Il motivo, spiega Angelo Verde, ex dipendente del negozio di Cassola che ha acquistato il punto di Venturali a Villorba, con otto dipendenti e tanta voglia di ricominciare, non è solo il timore e la paura in un futuro incerto. Ma anche lo scarso appoggio e il disinteresse dimostrato da chi aveva promesso loro aiuto. Confcooperative, infatti, non sarebbe stata, a quanto riferiscono i nuovi manager, un interlocutore in queste difficili settimane di conti e numeri. Ad aiutarli, spiega ancora Angelo, ci hanno pensato gli stessi liquidatori di CoopCa. Ma di certo, questo abbandono non ha incentivato altre iniziative che magari avrebbero potuto tirare fuori dalle secche negozi oggi senza acquirenti. Magazzino Rimane ancora aperta e verrà definita nelle prossime ore anche la trattativa sull’Ipercoopca di Amaro, ma i liquidatori sono fiduciosi sul suo buon esito. Irrisolta la questione del Cedi, che, senza interesse alcuno, per ora continua a pesare sulle spalle di Banca di Cividale che ha comunque formalizzato una propria proposta.

2 Risposte a “Carnia: Coopca e i negozi che non vuole nessuno”

  1. Spero che tutti questi negozi trovino un a loro collocazione e penso a tutte quei dipendenti che perderanno il lavoro.
    Per la prima volta dopo tanti anni la Coopca di Cervignano del Friuli ha una bravissima “direttrice” competente,sempre disponibile, sempre sorridente e molto bravi anche gli altri commessi come il Salumiere Michele,la cassiera Debora e Matteo.
    La realtà di Cervignano è difficile e comunque continuo ad andare alla Coopca e tante persone fanno come me per la simpatia tangibile di questo negozio

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