Carnia: Fusilâz di Cercivento Mattarella apre alla loro riabilitazione

di Maurizio Cescon.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella apre alla riabilitazione dei fucilati della Grande Guerra, compresi ovviamente gli alpini passati per le armi a Cercivento nel luglio del 1916 e per i quali il “Messaggero Veneto” ha dato il via a una raccolta di firme, con migliaia di sottoscrizioni. Una notizia che, a pochi giorni dal fatale 24 maggio, centesimo anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia ha ricevuto il plauso della presidente della Regione Debora Serracchiani. Il Capo dello Stato ha parlato dei fucilati in un messaggio che ha inviato a un convegno che si svolgerà oggi a Rovereto, in Trentino dal titolo “L’Italia nella guerra mondiale e i suoi fucilati: quello che (non) sappiamo”. «La memoria di quei mille e più italiani uccisi dai plotoni di esecuzione durante la Grande Guerra, interpella oggi la nostra coscienza di uomini liberi e il nostro senso di umanità», è il cuore del messaggio, che è stato anticipato ieri dal quotidiano cattolico “Avvenire” «L’Italia – si legge in un altro passaggio del presidente – non tema di guardare anche alle pagine buie, sulle esecuzioni sommarie. L’approssimarsi del centenario della Grande Guerra – scrive ancora Mattarella – ci offre l’occasione di meditare a fondo sugli eventi e sulle conseguenze di quel terribile conflitto che produsse rivolgimenti senza precedenti, cambiando il corso della storia in Europa e del mondo. Il ricordo della vittoria, la giusta e doverosa rivendicazione orgogliosa dei tanti atti di grande valore e di nobile eroismo compiuti dai soldati italiani, la memoria delle loro sofferenze e dei loro sacrifici hanno costituito e costituiscono patrimonio condiviso. Pagine che riguardano anche il funzionamento, in qualche caso, dei tribunali militari e la cosiddetta “giustizia sommaria”. Una prassi che includeva la fucilazione immediata, senza processo, e persino il ricorso – sconcertante, ma incoraggiato dal comando supremo – alle decimazioni: soldati messi a morte, estratti a sorte tra i reparti accusati di non aver resistito all’impetuosa avanzata nemica, di non aver eseguito ordini talvolta impossibili, di aver protestato per le difficili condizioni del fronte o per la sospensione delle licenze». «Ricordare e capire – conclude Mattarella – non vuol dire necessariamente assolvere o giustificare. La memoria di quei mille e più italiani uccisi dai plotoni di esecuzione interpella oggi la nostra coscienza di uomini liberi e il nostro senso di umanità». A stretto giro di posta è arrivato il commento di Serracchiani. «L’intervento del presidente della Repubblica – scrive la governatrice – rivela saggezza e acuta sensibilità istituzionale, e invita ora a guardare anche alle pagine buie della Grande guerra, facendo appello alla nostra coscienza e al nostro senso di umanità. Sono parole importanti, quelle del presidente, perché il centenario della Prima guerra mondiale deve essere occasione per una riflessione senza retorica e soprattutto senza ombre sulla storia d’Italia». Serracchiani ha espresso «vivo apprezzamento e considerazione» per le dichiarazioni. Come è noto, nelle scorse settimane Serracchiani aveva scritto a Mattarella per chiedere che venisse restituito l’onore a quattro giovani alpini friulani fucilati a Cercivento nel luglio 1916, dopo che la loro compagnia si era rifiutata di portare un ennesimo assalto. Questo episodio, rimasto nella memoria delle popolazioni locali, «rappresenta – aveva scritto la presidente – una ferita ancora aperta». Oggi le parole del Capo dello Stato «possono aprire finalmente un percorso di restituzione dell’onore a quegli italiani che, come i giovani alpini di Cercivento, sono stati passati per le armi da “mano amica”, ma che ugualmente devono essere considerati tra coloro che hanno sacrificato la vita per la Patria». Nei giorni scorsi alla Camera è stato avviato l’iter che dovrebbe portare alla riabilitazione dei “fusilaz”, con le prime audizioni in Commissione.