Carnia: gelicidio in Alto Friuli e Slavia, Enel e Protezione civile si preparano

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Un incontro tra Enel e la Direzione centrale della Protezione Civile regionale si è svolto oggi a Palmanova per rendere maggiormente coordinati ed efficaci gli interventi sul territorio per prevenire rischi e disservizi e ridurre eventuali disagi per i clienti connessi alla rete elettrica in caso di maltempo. Il problema è in particolare quello del gelicidio, degli episodi di galaverna (il repentino ghiacciamento della neve lungo i cavi elettrici e i rami degli alberi che cadono così sugli elettrodotti) che negli scorsi inverni ha provocato nella montagna friulana (dalla Carnia al Tarvisiano fino alle valli del Torre e del Natisone) l’interruzione di molte linee e la mancanza di energia per diversi giorni in molte località. Il Friuli-Venezia Giulia ha allo studio uno specifico protocollo con Enel, dedicato in particolare all’ottimizzazione delle procedure e del flusso delle comunicazioni sia in condizioni ordinarie che in fase di emergenza, e all’elaborazione di moduli di formazione congiunta e di esercitazioni, per incrementare la conoscenza dei rispettivi modelli organizzativi e di intervento.

Enel e Protezione Civile del Friuli-Venezia Giulia hanno dunque previsto un canale di coordinamento per un rapido sopralluogo e ispezione degli impianti nelle aree colpite da eventuali emergenze e il ripristino della viabilità principale secondaria e locale dove sono localizzate sedi, depositi,imprese, impianti principali della società elettrica, e tutte le località oggetto di eventuali guasti. La elettrica di distribuzione a media e bassa tensione è costituita da 45 impianti primari, 10.300 cabine secondarie, e oltre 20.000 chilometri di linee elettriche, con la quale viene garantito il servizio elettrico per gli oltre 600.000 clienti presenti in Friuli-V.G.

Il tema è oggetto anche di una forte polemica politica. Recentemente, nell’ambito della discussione della legge regionale per il servizio idrico, un emendamento trasversale aveva proposto la costituzione di una società elettrica controllata al 100% dalla Regione Friuli-Venezia Giulia affinché potesse concorrere all’acquisizione di concessioni di derivazione idroelettrica al fine di garantire alla montagna friulana una sempre maggiore indipendenza elettrica da Enel e Terna. Gli episodi di gelicidio hanno infatti dimostrato l’assoluta affidabilità di società cooperative locali come Secab, che non hanno interrotto mai l’erogazione ai propri clienti. Purtroppo la maggioranza di Centrosinistra ha bocciato questo emendamento, ma il tema è di grande attualità specie dopo che la società lombarda A2A ha ceduto alcune centraline alla Sel, Società elettrica altoatesina. Su questo interviene nel numero del «la Vita Cattolica» l’esponente del «Patto per l’autonomia» dei sindaci friulani, Massimo Moretuzzo (primo cittadino di Mereto di Tomba): «In un territorio a dichiarata trazione autonomista, a queste legittime mosse di giocatori «foresti» sarebbe dovuta seguire una reazione forte da parte di chi può essere della partita (cioè la Regione Friuli-Venezia Giulia), prima per tentare di dire la sua e, se le carte o i dadi non lo permettono, di dichiarare bellicosamente la propria volontà di rifarsi alla mano successiva (cioè le concessioni in scadenza per i prossimi anni), sapendo di poter contare su alleati forti e sulla loro esperienza nel gioco (cioè le imprese elettriche locali che forniscono egregiamente parti importanti di territorio). Invece stiamo ancora una volta assistendo passivamente a una partita che sembra non ci riguardi. Come se non si stesse delineando lo scenario sul quale siamo chiamati a fare, in questo preciso momento storico, le nostre scelte: siamo per una gestione autonoma e locale delle nostre fonti energetiche o pensiamo di lasciarle gestire da altri? Stiamo con A2a ed Edipower o con la Secab e le Comunità della Carnia?».