Carnia: l’attacco di 5 sindaci, con l’adesione alla Uti «Svenduto il territorio»

 

di Tania Ariis.

I cinque sindaci carnici che hanno impugnato la riforma sul riordino degli enti locali attaccano i colleghi che hanno approvato lo statuto l’Uti della Carnia: «hanno letteralmente svenduto – accusano – il loro territorio, la loro autonomia e la loro dignità istituzionale, affidando il futuro delle loro genti nelle mani della Tolmezzo “acchiappatutto”, il cui voto, fra l’altro, varrà quattro volte quello degli altri comuni». Lo dicono con sdegno i sindaci dei Comuni di Cercivento, Zuglio, Ampezzo, Forni di Sotto e di Sauris, che ora confidano in una forte presa di posizione dei Consigli comunali della Carnia «che, ribellandosi alle decisioni nefaste assunte dai loro sindaci, boccino ora lo statuto che non ci rappresenta». Secondo Boschetti, Molinari, Benedetti, Lenna e Petris i loro colleghi carnici, approvando lo statuto dell’Uti, hanno pregiudicato irreparabilmente le sorti della Carnia intera. «È bene che gli abitanti della Carnia sappiano – proseguono – che la riforma voluta dalla Regione ha esautorato i Comuni della loro autonomia costituzionalmente garantita. I Comuni diventeranno delle vere e proprie scatole vuote, visto, ad esempio, che i Consigli, così come le giunte, saranno ridotti a meri organi fantoccio, privi di effettivi poteri. Non c’è limite al peggio – tuonano poi, increduli che lo statuto evochi, quale principio fondante, la “Zona Libera della Carnia 1944”– Un vero e proprio paradosso. Una forma di libera autodeterminazione richiamata a sostegno di una forma di associazionismo obbligatorio, antidemocratico, che non concede alcun margine di dissenso, visto l’intervento di un commissario ad acta che approverà in ogni caso lo statuto. Bravi i colleghi di Ligosullo, Ovaro e Sutrio che, di fronte a questo scempio, non hanno contribuito ad approvare lo statuto». «La nostra – precisano – non è una lotta politica, ma una battaglia di civiltà a difesa dei valori democratici. I Comuni, come sancito dalla Costituzione, sono enti territoriali equiordinati allo Stato e alle Regioni. E non c’è alcuna prova che attraverso tale riforma si conseguirà un risparmio economico e una maggiore efficienza, efficacia della gestione del territorio e dei servizi ai cittadini. Una cosa è certa. Ci sarà risparmio solo a fronte di tagli alle risorse a cui corrisponderà un conseguente taglio dei servizi». Ora da parte di almeno cinque Consigli comunali su 28 è ipotizzabile il voto contrario allo statuto dell’Uti della Carnia e non è detto, secondo i rumors, siano i soli.