Carnia: l’ex colonia di Lauco è di nuovo in vendita, ma per due volte la gara è andata deserta

di Giacomina Pellizzari.
L’ex colonia di Lauco è di nuovo in vendita. Per la terza volta la Croce rossa italiana cerca di alienare lo stabile che dagli anni Sessanta ospitava i bambini nel periodo estivo. Le due aste precedenti sono andate deserte: nessuno ha deciso di investire nell’acquisto e nella ristrutturazione dello stabile in disuso da decenni. L’immobile è ormai fatiscente e la Cri per rendere più appetibile la vendita ha abbassato l’importo a base d’asta da 330 a 297 mila euro. Per sapere come andrà a finire bisognerà attendere il 9 dicembre, giorno in cui la commissione di gara aprirà le offerte che dovranno pervenire entro il 7 dicembre. La presentazione delle offerte, spiega il notaio banditore, Gea Arcella, «può avvenire anche per via telematica: Per dare maggiore visibilità al bando è stata data la possibilità agli interessati di recarsi nello studio di uno dei 500 notai Ran (Rete aste notarili), accreditarsi al sistema e di inoltre l’offerta». E così un eventuale investitore residente, tanto per citare un esempio, in Emilia Romagna può consegnare l’offerta in uno studio notarile della sua regione. «Poi – continua il notaio Arcella – sarà il collega a inviarla nel mio studio di Udine». La colonia di Lauco si distribuisce su 26 mila 207 metri quadrati di terreno e 14 mila 841 metri cubi di fabbricato. L’immobile fa parte di un elenco di 12 proprietà messe in vendita dalla Croce rossa in diverse regioni d’Italia. In Carnia tutti conoscono la funzione che ha avuto la colonia di Lauco dismessa dalla Croce rossa negli anni Novanta e la lunga trattativa intercorsa tra la Cri e il Comune. Il problema è stato affrontato più volte dagli amministratori locali i quali non sono mai riusciti ad acquisire l’immobile. Una decina di anni fa l’allora sindaco Olivo Dionisio riuscì a effettuare un sopralluogo con gli ex assessori regionale, Enzo Marsilio e Roberto Cosolini, attuale sindaco di Trieste, sperando di entrare in possesso dello stabile per sfruttarlo anche a fini turistici. Tutte le proposte però si sono arenate. L’accordo non è mai stato trovato anche per ragioni economiche, basti pensare che 14 anni fa la Cri era arrivata a chiedere 3 miliardi di lire per cedere l’immobile al Comune. Troppo secondo gli amministratori anche perché la colonia è stata costruita, negli anni Sessanta, sul terreno donato alla Cri dall’ente. Seguirono una serie di stime alternate ai ripetuti allarmi crollo lanciati dal Comune. La Cri corresse le sue pretese e formulò una richiesta pari a 960 mila euro. Niente da fare la cifra era ancora troppo elevata perché, per renderla antisismica, il Comune avrebbe dovuto aggiungere una cifra insostenibile. Quel braccio di ferro andò avanti per troppo tempo e quell’accordo mancato ha contribuito ad aggravare lo stato di degrado dell’edificio rimasto inutilizzato, senza essere sottoposto a manutenzione, per decenni. Le immagini allegate alla bando di gara non lasciano ombra di dubbio: confermano che si tratta di una struttura in avanzato stato di degrado occupata, in passato, anche da alcuni senzatetto e balordi della zona. «L’edificio è molto degradato» ribadisce il notaio facendo riferimento alla perizia di stima e ai rilievi effettuata dai tecnici della Cri. I documenti sono allegati al bando di gara. Anche se nessuno lo ammette la preoccupazione resta quella di trovarsi, per la terza volta consecutiva, senza investitori. Le prime due gare sono state effettuate lo scorso dicembre e l’11 marzo di quest’anno quando l’importo a base d’asta raggiungeva i 330 mila euro. Preoccupazioni giustificate visto che il momento, dal punto di vista immobiliare, non è dei migliori.

Pubblicato da aldorossi

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