Carnia: la posta sempre in ritardo, i postini lavorano gratis oltre l’orario per limitare i danni

m.d.c. dal MV di oggi.

Gli orari sono rimasti gli stessi. Si attacca alle 7.50 di mattina e si stacca alle 15.17. Così almeno sulla carta, perché calato l’orario contrattuale nel quotidiano, praticamente nessuno riesce a svestire i panni del portalettere entro il primo pomeriggio. Con l’aiuto della segretaria provinciale dei postali di Cgil, Annamaria Schiavi, abbiamo provato a ricostruire la giornata tipo di un postino in Carnia. L’appuntamento mattutino è al centro di Tolmezzo, dove i postini provvedono a dividere la corrispondenza che gli viene assegnata. «La smistano e la incasellano – racconta Schiavi – , operazione per la quale è prevista un’ora, ma che invece richiede molto più tempo. Quindi la posta viene caricata in auto e il giro può iniziare». Ma siamo in montagna. E solo per raggiungere le aree loro assegnate, i postini devono macinare dieci minuti di strada nel migliore dei casi, diverse decine nel peggiore. «Pensiamo ai portalettere che devono servire Sauris: ci mettono almeno un’ora per andare e altrettanto per tornare», fa notare Schiavi. E intanto, dalle 8, sono già passate diverse ore. Quando i postini arrivano alla zona loro affidata siamo ormai a metà mattina e il tempo per consegnare la posta rischia di non essere abbastanza. Tanto che la pausa pranzo spesso salta. La nuova “geografia” delle consegne per molti deve ancora essere assorbita e nel bagagliaio delle rispettive auto i postini hanno una maggior mole di corrispondenza. «Quello che prima si consegnava ogni giorno oggi viene recapitato ogni due – sottolinea la sindacalista – senza contare che nel passaggio da una settimana all’altra di giorni ne trascorrono addirittura tre». Difficile concludere il lavoro entro le 15.17. Se poi ci si deve recare in un casolare isolato, magari in quota, il pasticcio è fatto. Solo per quella ci vogliono ore. Molta posta resta così nel bagagliaio e al rientro dei postini dev’essere “scaricata” con ulteriore dispendio di tempo. Risultato: la posta si accumula. «Ed è solo per senso di responsabilità dei portalettere se la situazione non è ancora degenerata. Molti di loro lavorano ben oltre l’orario, qualcuno anche fino alle 18, ma così – conclude Schiavi – non si può andare avanti».