Carnia: profughi a Piani di Luzza scatta la gara di solidarietà

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di Cristian Rigo

Gara di solidarietà in Carnia per accogliere i trenta profughi ospitati nel centro della Getur a Piani di Luzza. Ai volontari della Croce rossa e della Caritas che già li avevano assistiti nel momento del loro arrivo a Udine, una settimana fa, si sono infatti aggiunti molti residenti della zona che si sono presentati per consegnare maglie, pantaloni, scarpe e anche generi di prima necessità. Il sindaco di Forni Avoltri, Manuele Ferrari ha sottolineato che la loro presenza non ha causato alcun problema. Nei giorni scorsi gli stranieri sono stati accompagnati al commissariato per espletare tutte le procedure previste dalla legge. Sono stati identificati e fotosegnalati. Poi con l’aiuto di un interprete che ha tentato di comunicare approfittando di chi parlava un po’ di francese o di inglese, sono state completate le cosiddette “interviste” necessarie per presentare le richieste di asilo politico. Il compito di raccogliere le domande tocca infatti alla Questura che poi invia le istanze degli stranieri alla Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato di Gorizia. Un’operazione che potrebbe essere completata già entro fine maggio quando dovrebbe quindi concludersi la permanenza gli stranieri nel centro della Getur. Ma non è escluso che nei prossimi giorni possano arrivare altri profughi. L’emergenza Nord Africa infatti continua ed è possibile che il Friuli Venezia Giulia (dove sono arrivati in tutto 100 profughi, 50 in provincia di Pordenone e 50 in provincia di Udine) venga nuovamente coinvolto nella prima accoglienza. Tra i cinquanta stranieri arrivati a Udine c’erano solo uomini di età compresa tra i 20 e i 35 anni che provenivano dal Mali (il gruppo più numeroso con 20 unità) dalla Nigeria, dal Ghana, dal Senegal, dal Gambia e dalla Costa D’Avorio da dove è arrivata una sola persona. Quasi tutti scappano dalla guerra e dalla violenza. Sono partiti portando con sé solo la speranza di un futuro migliore, la maggior parte di loro aveva indosso soltanto un paio di ciabatte e pantaloncini e magliette logori. Hanno lasciato tutto quello che avevano per inseguire un sogno e si sono imbarcati in Libia, ore di paura in balia delle onde senza acqua né cibo fino all’approdo sulla costa italiana. Dal centro di accoglienza di Lampedusa sono stati trasferiti a Siracusa dove hanno preso un aereo per Verona. Una piccola Odissea che li ha portati a Pulfero (16) al centro Balducci di Zugliano (4) e a Piani di Luzza. Lì gli stranieri sono stati visti con dei numeri scritti con un pennarello indebile sul dorso delle mani. Un particolare che ha suscitato qualche perplessità, ma il dirigente del commissariato di Tolmezzo, Alessandro Miconi ha chiarito che l’operazione, svolta con il consenso dei migranti, si è resa necessaria soltanto per facilitare la procedura di identificazione.