Carnia: si costruiscono stalle ma le mucche sono sempre meno

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di Tanja Ariis.

Comunità montana della Carnia ha appena appaltato i lavori per la costruzione di una nuova stalla a Preone, intervento da 600 mila euro. Sarà una stalla per caprini (questa era l’idea iniziale in realtà, ma poi è stata adattata anche per altro tipo di bestiame), con annesso caseificio e fienile. «La realizzazione dell’opera – spiega il commissario dell’ente comprensoriale, Lino Not – avviene all’interno del Pip (Piano di insediamento produttivo) agricolo “Il Bech”, recentemente ultimato da parte del Comune di Preone, che ha ceduto in diritto di superficie alla Comunità Montana il lotto necessario per la realizzazione del nuovo insediamento». L’edificio principale conterrà la stalla, la sala mungitura e i servizi. Un secondo fabbricato ospiterà il caseificio, dotato dei locali per l’affumicatura, la stagionatura ed il confezionamento dei prodotti, oltre ai vani adibiti ad ufficio e servizi. L’intervento sarà completato da un fienile e da una concimaia. Tra gli interventi nello stesso settore è stato praticamente ultimato dall’ente quello della stalla di Sutrio per vacche da latte con fienile e stalla per capre da latte. È stata concessa in locazione a un’azienda locale di giovani agricoltori, individuata a seguito di bando di gara. Inoltre è in fase di avanzata realizzazione una stalla in comune di Ravascletto: anche qui la gestione sarà affidata tramite apposito bando pubblico. «Sappiamo qual è l’importanza di questo comparto nello sviluppo della Carnia – afferma Not – che non va assolutamente trascurato. Del resto, tra gli obiettivi che ci siamo posti c’è quello di rafforzare tutti i settori occupazionali della nostra economia, soprattutto se, come in questo caso, concorrono alla cura del territorio e dell’ambiente e contribuiscono a sviluppare le proposte legate al settore agroalimentare». Intanto però alla riunione di una trentina di agricoltori carnici venerdì a Zuglio l’esigenza di nuove stalle non è emersa affatto. Essi hanno anzi evidenziato come vi siano sempre meno mucche sul territorio: se in Carnia nel 1976 ce n’erano 30 mila, ha sottolineato uno degli agricoltori presenti, oggi non sono neanche 2 mila 500. E caleranno ancora: vari agricoltori stanno gettando la spugna. Lamentano tempo e risorse persi a causa della burocrazia, poco importa se imposta da Bruxelles, Roma o Trieste: sempre più scartoffie e registri da compilare e professionisti da incaricare (e pagare) sottraggono tempo e risorse al lavoro agricolo. E quest’anno imposizioni come quella sulle firme per le indennità sugli sfalci (si attende ora che, come il Senato, anche la Camera approvi la norma di correzione a riguardo) hanno ancor più ostacolato, evidenziano, il loro lavoro di manutenzione del territorio.