Carniacque: investimenti e gestione del servizio idrico fino al 2017- “Comitato Acqua Libera” manda le firme di protesta a Tondo


Da una parte la delibera dell’Ato, l’Autorità d’ambito Centrale Friuli, datata 21 dicembre 2010, che dichiara che sarà Carniacque spa ad avere in carico la gestione del servizio idrico integrato dei 40 comuni soci dell’Alto Friuli almeno fino al 31 dicembre 2017. Dall'altra il "Comitato Acqua Libera" di Paluzza che spedisce a Tondo le firme raccolte a Paluzza  e in altri comuni della Carnia che esprimono contrarietà all'ente e alle tariffe lievitate a dismisura. Non si placa  lo scontro su chi propugna che la risorsa acqua debba tornare ad essere gestita direttamente dai singoli comuni, mentre attualmente invece i comuni sono proprio i soci della S.P.A. Carniacque

Sarà Carniacque spa ad avere in carico la gestione del servizio idrico integrato dei 40 comuni soci dell’Alto Friuli almeno fino al 31 dicembre 2017 e i Comuni soci di Carniacque manterranno così l’autonomia decisionale e strategica nella gestione dell’acqua della montagna friulana. L’originario contratto di servizio, sempre secondo la giurisprudenza, rimarrà valido anche in caso di modifiche alla normativa Regionale. Grazie a questa delibera, infatti, la società ed il suo modello organizzativo-gestionale saranno tutelati dal rischio di ingressi nelle quote azionarie di soggetti privati all’interno
del capitale sociale  Anche la prospettiva di dover rientrare in un futuro gestore unico provinciale sarà, alla luce di questa tutela, valutata a tempo debito e opportuno e con la consapevolezza del ruolo che Carniacque spa svolge in un territorio così speciale come la Montagna della Carnia e dell’Alto Friuli. Altresì, sottolineando che l’Ato ha ottenuto una proroga di un anno, nell’assemblea, tenutasi a fine anno, è stato approvato il Piano stralcio di Carniacque per oltre 12 milioni di euro di investimenti nell’immediato. Ha inoltre approvato la riduzione della tariffa per il regime a forfait per i nuclei familiari numerosi già per il 2010, e ovviamente, anche per i prossimi anni. «Queste conquiste, approvate dall’Assemblea dell’Ato di fine anno, – afferma il presidente Albano – rappresentano dei risultati positivi frutto di una gestione molto attenta e capace dell’attuale management di Carniacque e stanno anche a significare che i Comuni soci hanno saputo scegliere attentamente e ponderatamente per la gestione del Sistema Idrico Integrato». Oltre alla delibera del’Ato, vi è anche la recente sentenza della Corte Costituzionale, la numero 325/2010 emessa nel novembre scorso a seguito di diversi ricorsi delle Regioni alla legge 133/2008, che ha definitivamente chiarito che «i servizi pubblici locali aventi rilevanza economica (come quello idrico), non sono direttamente gestibili dagli enti, non solo a mezzo di aziende speciali, ma neanche in economia». Con tale sentenza si pone quindi definitivamente fine all’azione dimostrativa dei 4 Comuni (Cercivento, Comeglians, Ligosullo e Forni Avoltri) i cui sindaci, supportati dai diversi comitati locali, avrebbero voluto anacronisticamente e contro ogni logica funzionale, riportare la gestione del ciclo delle acque a livello comunale.

Dal fronte opposto sono circa un migliaio le firme raccolte dal Comitato Acqua Libera di Paluzza che sono state inviate al Presidente Tondo tramite 44 raccomandate con ricevuta di ritorno. Ognuna delle raccomandate raccoglieva 22 firme di abitanti di Paluzza ma anche degli altri comuni della Carnia. E questo migliaio di sigle si vanno ad aggiungere a quelle raccolte dai Comitati che hanno aderito all’iniziativa di “Aghe di Mont”, superando abbondantemente le 2500. I firmatari, con questo gesto, hanno voluto ribadire per l’ennesima volta la loro contrarietà alla scelta dell’ATO di conferire la gestione dell’acqua a Carniacque s.p.a., “visto che – spiegano i promotori dell’iniziativa – nel periodo dal 2007 al 2010 l’aumento delle tariffe è lievitato ben oltre il consentito dalla legge, superando in molti casi il 200%".


"La maggioranza dei Sindaci, pur essendo azionisti della Società Carniacque, ha espresso in maniera ufficiale con delibera comunale, di voler uscire dalla gestione – proseguono gli esponenti di Acqua Libera – dopo aver ascoltato le proteste della popolazione attraverso i Comitati che si sono costituiti in tutta la Carnia e nel Canal del Ferro". "Al Presidente Tondo rammentiamo di applicare la Legge 42 del 2010 per riscrivere le regole per la gestione del servizio idrico integrato, tenendo conto che la montagna (dove è nato e vissuto) necessita di regole diverse dal territorio di fondo valle. Ribadiamo che la popolazione della montagna non sopporta più di essere manipolata a piacimento da chi crede di gestire il territorio a proprio uso e consumo. La montagna e le sue risorse – concludono dal comitato – debbono essere gestite da chi ci abita, nel rispetto delle esigenze sociali e in modo solidale nei confronti di tutti senza scordare che l’acqua è un bene primario”.