Comeglians: s’inaugura la mostra di oltre cento immagini scattate da un valdostano soldato sul Crostis

di Maura Delle Case.
Sono rimaste dimenticate per cent’anni. Sommerse in mezzo a pile di documenti per un secolo intero. La fortuna ha voluto che finissero nelle mani di un professionista. Capace non solo di riconoscerne il valore, culturale e documentale, ma anche generoso al punto da volerle riconsegnare alla comunità che tanti anni prima le aveva ispirate. Sono tornate così a Comeglians oltre 100 fotografie scattate durante la Grande Guerra da un soldato valdostano. Il sergente Vittorio Chinchrè. Aveva 28 anni quando nel 1917, tra Comeglians e la cresta del monte Crostis, dove si trovava la seconda linea del fronte “Zona Carnia”, dopo quella del Pal Piccolo e Pal Grande, inanella una serie di scatti che immortalano il paese nel conflitto. All’inizio della guerra sul Crostis ci sono i soldati della 101esima Compagnia del battaglione Dronero, inviati ad allestire postazioni d’osservazione, e quelli del battaglione Tolmezzo, impegnati a est, mentre il battaglione Valle Stura è impiegato a sostegno della prima linea di difesa per i lavori di costruzione di strade e mulattiere, indispensabili per collegare e trasportare materiale, viveri e munizioni fra le postazioni avanzate e i magazzini di fondovalle. Collegamento garantito anche da una teleferica tra Rigolato e il Crostis dove nell’aprile del ’16 arriva la settima Compagnia dell’8° reggimento artiglieria, forte di una decina di cannoni pronti a sparare sulle postazioni austro-ungariche. Le foto testimoniano la folta presenza dei soldati, restituiti in posa, davanti alle postazioni in vetta o ancora mentre spingono un cannone. Nessun dubbio sul loro valore, tanto che il Comune – ricevuta la lettera e viste alcune immagini – ha preso una decisione di slancio: stamparle, dalle vecchie lastre, ed esporle in una mostra che sarà inaugurata domani alle 16 a Cjasa del Boter, nel borgo di Povolaro. Ennesimo tributo alla parte che quest’angolo di Carnia giocò nella Grande Guerra. Con il suo territorio imprestato al fronte. I suoi uomini chiamati alle armi. Le sue donne “arruolate” volontariamente tra le portatrici. Dopo aver intitolato loro una piazza, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco di Conegliano torna a occuparsi della Grande Guerra. Spinta da una lettera arrivata nei mesi scorsi in municipio. Firmata da Fabrizio Leonarduzzi, il fotografo professionista valdostano che “per fortunata coincidenza” è entrato in possesso delle lastre fotografiche. «Scatti da dilettante – scrive – che pure hanno fatto entrare nella storia i soggetti da lui prescelti». Affascina la coincidenza temporale. Le lastre sono infatti venute a galla proprio nell’anno in cui l’Italia ricorda l’entrata in guerra. «E questo – continua il fotografo nella missiva indirizzata a De Antoni – ci deve far riflettere sulla forza dei documenti, sul destino degli uomini e delle cose, che possono cadere in un apparente oblio, finché la “Fortuna” non decide di affidarli a persone appassionate perché diventino fonte di cultura, di conoscenza e di scambio». Così è stato per le 100 lastre firmate dal soldato Chinchrè. Hanno fatto a ritroso il percorso compiuto un secolo fa per tornare in Friuli. Non ci ha pensato due volte il sindaco che ha colto con entusiasmo l’occasione coinvolgendo, oltre a Leonarduzzi, due suoi concittadini: Bruno Romanin e Wally Agostinis, marito e moglie, fini conoscitori della storia e della cultura locali. È bastato poco per prendere una decisione: sampare in foto di grandi dimensioni le lastre così da poter apprezzare di ogni scatto ogni piccolo particolare, racconta ancora De Antoni che domani taglierà il nastro.