Coopca: la Guardia di Finanza ora punta a Immobilcoopca srl, il 12/04/2015 l’assemblea dei soci prestatori e dei lavoratori

di Lodovica Bulian.

Nuovo blitz della Guardia di finanza nella sede della CoopCa di Amaro. Dopo le perquisizioni in avvio d’inchiesta della Procura e quelle di febbraio, quando gli uomini delle Fiamme gialle avevano passato al setaccio pc, portatili, dotazioni informatiche e materiale cartaceo riguardante la società, nel mirino questa volta finisce la controllata al cento per cento della cooperativa, la Immobilcoopca srl. Acquisiti dai finanzieri, atti e documenti relativi alla società costituita nel 2011 con l’intento di gestire il patrimonio immobiliare della casa madre, e oggi alle prese con un buco di 5,6 milioni di euro evidenziato dal piano per il concordato. Che si somma agli altri 14 milioni di perdite che pesano sul bilancio 2014 di CoopCa. Si compie così un ulteriore tassello nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura di Udine: contitolare del fascicolo insieme al pm Raffaele Tito, il sostituto procuratore Elsa Calligaris, che, a seguito dell’esposto presentato a gennaio dal comitato dei soci risparmiatori, ha iscritto sul registro degli indagati dodici persone tra membri del consiglio di amministrazione e revisori dei conti, con ipotesi di reato per falso in bilancio, false comunicazioni sociali e abusiva attività di raccolta del risparmio. Nella bufera è finita, dunque, anche la controllata che ha quale rappresentante legale lo stesso Ermano Collinassi presidente del cda CoopCa, con Alfio Colussi nel ruolo di vice presidente e l’ex direttore CoopCa, Mauro Veritti, consigliere. Nel 2012 e 2013 CoopCa ha iscritto a bilancio plusvalenze legate alla cessione di parte del patrimonio alla controllata Immobilcoopca rispettivamente per 4,8 e 3,9 milioni di euro che hanno consentito di ridurre le perdite gestionali a 1,7 e 2,13 milioni di euro. Nel bilancio CoopCa al 31 dicembre 2013, inoltre, appaiono crediti per 16 milioni di euro, in gran parte infruttiferi di interessi per 3 anni in base all’accordo tra CoopCa e Immobilcoopca, ovvero la stessa persona, quale rappresentante legale, visto che presidente della prima dal maggio scorso è Ermano Collinassi e responsabile della seconda nel 2013 lo stesso Collinassi. Detto questo il bilancio 2013 evidenzia debiti per 83 milioni di euro (inclusi i 26,5 milioni di prestito sociale), mentre l’attivo conta immobilizzazioni per 61,8 milioni, inclusi i 15,8 milioni di crediti verso Immobilcoopca. E’ probabile che la Procura voglia capire la congruità delle perizie di stima degli immobili che hanno portato a far emergere tali plusvalenze – si tenga conto che nel piano concordatario le offerte presentate per i 7 negozi hanno entità ben al di sotto di quelle – e il portato dell’intera operazione. Il legale del Comitato soci, Gianberto Zilli, aveva già sottolineato che «è di tutta evidenza che le rivalutazioni operate sono mere rettifiche contabili che non aggiungono valore reale al patrimonio della società». Lo stesso ex sindaco di Tolmezzo, Dario Zearo, aveva tuonato contro le plusvalenze legate alla rivalutazione degli immobili rispetto ai valori iscritti a bilancio CoopCa, proprio a seguito della cessione degli stessi. Le novità giudiziarie si intrecciano, peraltro, con le scadenze in vista della presentazione del nuovo piano per il concordato fissato per l’8 aprile. Domani il cda di Coop Nordest, come riferito al Messaggero Veneto dal presidente, Paolo Cattabiani, deciderà se e come intervenire nel salvataggio di CoopCa. La speranza è che Nordest formalizzi una proposta di acquisto in grado di rafforzare il documento esistente. Si parla della possibilità di acquisire 13 punti vendita, oltre agli altri sette supermercati, cinque in Friuli e due in Veneto, per cui sono già state messe nero su bianco due offerte da Alì e Discount. Domenica 12 aprile, invece, alle 15, al teatro Candoni di Tolmezzo, si svolgerà l’assemblea dei soci prestatori e dei lavoratori convocata dal Comitato. All’ordine del giorno, oltre al rinnovo dei vertici dopo alcune dimissioni, l’analisi del piano concordatario, forse meno «povero e scarno», come lo aveva definito Zilli, di quello attuale.