Coopca: l’ultimo colpo di scena, ci sono soci anche minori d’età

Confcooperative si “sfila” dal salvataggio CoopCa e i sindacati vanno su tutte le furie. La segretaria regionale della Cgil-Filcams Susanna Pellegrini, attacca l’associazione di rappresentanza, chiede un incontro urgente con la Regione e i vertici delle cooperative, e la convocazione immediata di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico: «Il tempo stringe e non si intravedono soluzioni alla vertenza, né per l’occupazione né per i soci prestatori. Nonostante i nostri ripetuti appelli, dall’ultimo incontro del 29 aprile non si è fatto alcun passo avanti – denuncia Pellegrini -. Non è possibile che Confcooperative, da cui avevamo preteso un impegno visto il radicamento e la presenza sul territorio, ora dica che non può fare nulla perché il potenziale acquirente si è ritirato. Anche noi come sindacato siamo solo una rappresentanza, ma nelle crisi ci mettiamo le mani, lottiamo. È gravissimo che solo Legacoop sia scesa in campo». Resta il fatto che senza nuovi acquirenti, per CoopCa scongiurare il crac diventa sempre più difficile. (l.b.)di Domenico Pecile wUDINE Di sorpresa in sorpresa in una specie di saga dei colpi di scena che ammantano la vicenda di contorni a metà tra il paradossale e lo stucchevole se non fosse per il dramma che si sta consumando ormai da mesi sulle spalle di migliaia di soci prestatori e degli oltre 600 dipendenti. L’ultima di queste, beffarde sorprese l’ha scoperta il commissario giudiziale, la commercialista Fabiola Beltramini. La quale è venuta cioè a conoscenza che «dalla documentazione relativa al prestito sociale è emerso che diversi libretti di prestito sociale sono intestati o cointestati a soggetti minori di età». Da qui la sua decisione di scrivere a tutti i genitori di questi minori per informarli che, «essendo l’accettazione del concordato atto di straordinaria amministrazione, i genitori che rappresentano i figli minori e ne amministrano i beni, ai fini dell’accettazione, devono essere autorizzati dal giudice tutelare. L’atto compiuto in mancanza della predetta autorizzazione può essere annullato». Già, l’ennesimo colpo di scena, un altro tassello di un puzzle sempre più inquietante e sempre più difficile da ricomporre. Non fosse altro perché nello statuto di CoopCa non si fa alcun cenno alla questione dell’età dei soci, nel mentre lo statuto di Coop Nordest vieta tassativamente che il socio prestatore possa essere un minorenne. Ma perchè, allora, i libretti di CoopCa venivano intestati o cointestati anche ai bambini? La risposta più logica viene fornita da una socia che sta seguendo giorno dopo giorno l’evolversi della vicenda: «Perchè probabilmente questi libretti venivano considerati da molti soci prestatori come una vera e propria forma di risparmio, come avviene ad esempio per i libretti postali del minore i cui nonni o genitori versano qualche somma di tanto in tanto». Comunque sia, quanto accaduto getta ulteriori ombre sul’intera story di CoopCa. Insomma, si tratta di una forma di risparmio adatta nella fattispecie anche ai minori sarebbe necessario, anzi, indispensabile che fosse adeguatamente tutelata. Se, invece, si tratta di una sorta di investimento a rischio – teoria questa più volte avallata e sottolineata dall’assessore regionale Sergio Bolzonello – sarebbe più che ovvio consentirne l’utilizzo soltanto a persone adeguatamente informate e per questo non certamente a minori. Senza contare, infine, che i libretti intestati ai minori potrebbero anche essere una forma per eludere il limite di 36 mila euro che ogni prestatore poteva avere a disposizione.