Coopca: il Tribunale proroga di altri 60 giorni il termine di presentazione del concordato preventivo per salvare la società

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di Luana de Francisco.
La proroga è stata concessa: Coop Carnica avrà tempo fino al 17 marzo per lavorare di diplomazia e cesello al completamento del piano “salvezza”. Il tribunale civile di Udine, riunito ieri in udienza straordinaria, ha deciso di assegnare ulteriori 60 giorni ai professionisti incaricati dalla società di Amaro di elaborare la proposta di concordato preventivo. L’istanza era stata depositata a pochi giorni dalla scadenza di sabato e la documentazione presentata è stata valutata positivamente dal collegio giudicante. Fissata per giovedì 29, invece, l’udienza in Camera di consiglio nella quale sarà discussa la richiesta della Procura di nominare un commissario giudiziale che prenda il posto dell’attuale Cda. Al contraddittorio è stata invitata anche la Regione. L’advisor: il lavoro continua «Registriamo questo importante risultato e continuiamo a lavorare». Il commento dell’avvocato Andrea Cabrini, advisor di CoopCa per la parte concordataria insieme al commercialista Maurizio Variola, si ferma qui. La soddisfazione, comunque, è palpabile e anche comprensibile, considerato il rischio fallimento incombente, per l’istanza presentata mesi fa da un fornitore veneto. Nei due mesi che le restano a disposizione, la cooperativa finirà di mettere a punto il “piano d’attacco” con cui convincere tribunale e creditori della sua capacità di rimettersi in gioco, dopo l’incaglio di 26,5 milioni di euro di prestito sociale e la perdita di ulteriori 8 milioni in certificati azionari, e di restituire a tutti, dai soci ai fornitori, le rispettive parti di denaro. Al tavolo anche la Regione Rinviata a fine mese la non meno spinosa partita legata all’eventuale azzeramento dei vertici di CoopCa. All’udienza il presidente del tribunale, Alessandra Bottan, e i colleghi Lorenzo Massarelli (giudice delegato) e Andrea Zuliani, hanno chiesto sia presente anche un rappresentante della Regione. Cioè dell’ente deputato per legge alle funzioni di organo di vigilanza esterno. Scelta quantomai significativa, alla luce delle verifiche che il collegio dovrà fare rispetto ai controlli svolti e da svolgersi, dall’interno e dall’esterno della cooperativa. L’inchiesta e la difesa Sul fronte penale, intanto, proseguono le indagini condotte dalla Guardia di finanza di Udine, su delega del procuratore facente funzioni, Raffaele Tito, e della collega sostituto, Elisa Calligaris. L’inchiesta, giunta alla fase delle prime iscrizioni sul registro degli indagati, individuati nell’ambito del Consiglio d’amministrazione e della direzione, ipotizza i reati del falso in bilancio e del conflitto d’interessi. Le accuse sono state formulate dopo la presentazione di un esposto querela da parte dell’avvocato Gianberto Zilli, per conto del Comitato di difesa dei soci prestatori. In questi giorni, il presidente Ermano Collinassi ha conferito all’avvocato Maurizio Miculan l’incarico di effettuare accertamenti in Procura sullo stato del procedimento penale e di assumere iniziative difensive nell’interesse suo e del resto del Cda. Il vertice: compensi ridotti In merito alle ipotesi di reato, il Cda, in una nota inviata ieri, ha precisato come si tratti di reati «che presuppongono un vantaggio economico per chi li commette, che non c’è e non c’è mai stato in capo agli amministratori, che – continua – hanno come compenso un solo gettone di presenza di 120 euro lordi a consiglio, peraltro non percepito da mesi. Inoltre – ricorda -, il presidente Collinassi, con il suo insediamento nel maggio 2014, ha voluto ridurre il proprio compenso del 37 per cento rispetto al precedente». Il presidente: ecco perchè resto Ed è stato proprio il presidente, lunedì, a depositare in Procura una dichiarazione scritta di replica alle numerose sollecitazioni tese a far dimettere il Cda. «La scelta di restare in carica e di proseguire nell’attività gestoria – ha spiegato – è mossa da spirito di servizio e senso di responsabilità, nell’interesse esclusivo di CoopCa e del buon esito della procedura in corso». Nell’evidenziare come il Cda «con spirito di trasparenza e collaborazione», si fosse reso disponibile alla nomina di uno o due consiglieri in rappresentanza di garanzia del Comitato dei prestatori e come a oggi non sia pervenuta alcuna indicazione, la nota ribadisce come essenziale «la continuità della gestione societaria e con essa la conservazione del patrimonio aziendale, il cui valore è rappresentato essenzialmente dagli avviamenti commerciali, presupposto determinante per predisporre un valido piano concordatario». Eventuali dimissioni, insomma, «comprometterebbe la continuità gestionale e la possibilità di proseguire efficacemente le trattative già avviate con gli operatori del settore, che hanno già formalizzato le manifestazioni di interesse per i beni aziendali». Da qui, la disponibilità a rimanere in carica sino all’individuazione della soluzione più adeguata per assicurare la piena perseguibilità del percorso concordatario.