Droga in Carnia (2)

Dal MV di oggi
La droga circolava a scuola come fosse una merendina. I ragazzi di due istituti superiori – uno nel Tolmezzino e uno nel Tarvisiano – la portavano in classe con disinvoltura e la consumavano persino a ricreazione. Ora, al termine di un’indagine dei carabinieri, sei minorenni sono agli arresti domiciliari per spaccio, nove sono stati denunciati e altri 29 segnalati alla prefettura. Coinvolti anche otto maggiorenni.
Un ragazzo sviene al primo “tiro”. Era l’inizio dell’anno scolastico, quando un ragazzo, che per la prima volta aveva fumato uno spinello, è svenuto. I carabinieri della Compagnia di Tolmezzo, in quel periodo, stavano già monitorando la situazione, ma quel fatto ha attirato in modo particolare loro attenzione.
“Fumo” in classe e sugli sci. Non c’è voluto molto, infatti, perchè gli investigatori si accorgessero che il consumo era assiduo e non avveniva solo negli istituti, ma anche durante attività sportive extrascolastiche, per esempio durante una giornata sugli sci oppure di fronte a un locale alla moda. Così, dopo nove mesi di indagini, sei minorenni residenti nell’Alto Friuli, sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare firmata lo scorso 16 aprile dal Gip Luca Gaspari, sono stati ristretti agli arresti domiciliari con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Altri 17 giovani (e tra loro nove non hanno ancora compiuto diciotto anni) sono stati denunciati a piede libero per reati che vanno dallo spaccio al favoreggiamento. Infine, 45 persone (di cui 29 minorenni) sono state segnalate alla prefettura perchè assumono abitualmente droghe.<br />
Hascisc e marijuana nello zainetto. Gli investigatori, coordinati dalla dottoressa Valentina Bossi della procura per i minorenni di Trieste e dal sostituto procuratore del capoluogo carnico Andrea Gondolo, hanno posto particolari cautele nel loro lavoro. Perchè questa volta l’obiettivo non era dare la caccia a una banda di narcotrafficanti, bensì alzare il velo che ormai da qualche tempo era calato su un fenomeno preoccupante, che troppe volte passa inosservato e che invece, in alcuni casi, riesce a segnare in maniera estremamente negativa una giovane vita: la diffusione nella scuole e nei centri di aggregazione delle cosiddette “droghe leggere”, marijuana e hascisc. Sostanze che in verità hanno effetti “pesanti” sulla salute, considerando che generano dipendenza psichica e fisica. Il giro che si era creato nei due istituti era davvero imponente. I carabinieri infatti, guidati dal capitano Mauro Bonometti, hanno documentato centinaia di episodi di spaccio: i ragazzi – secondo quanto emergerebbe da intercettazioni, pedinamenti e filmati – si muovevano serenamente, alla luce del sole, certi del fatto che non avrebbero subìto alcun tipo di controllo, nè da parte dei familiari, nè da parte delle autorità scolastiche.
Consumati 2 etti solo a Capodanno. Da quanto si è potuto apprendere, ai sei studenti ora ai domiciliari vengono attribuite le maggiori responsabilità sia per numero di cessioni, sia per quantità. Nel loro giro tuttavia, come accennato, c’erano anche maggiorenni: studenti degli ultimi anni delle superiori, ma anche esterni che garantivano il continuo rifornimento di hascisc e marijuana. Soprattutto per i momenti di svago: per esempio, la notte di Capodanno a una festa sarebbero stati consumati oltre due etti di stupefacenti.
Famiglie incredule, ma al fianco dei Cc. Il quadro complessivo dei “passaggi di mano” della droga è stato quasi completamente ricostruito dagli inquirenti che hanno ascoltato decine e decine di studenti, accompagnati in caserma a Tolmezzo da genitori increduli. Spesso a rispondere alle domande degli uomini in divisa si sono trovate famiglie stimate, lontane da situazioni di disagio sociale. E in questi casi gli adulti hanno giocato un ruolo fondamentale, perchè hanno sostenuto i figli, spronandoli a spiegare tutto ai carabinieri. Chi non ha collaborato, invece, dovrà rispondere di favoreggiamento.
Alcuni legami tra maggiorenni e minorenni sono ancora sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori. L’inchiesta, infatti, non è ancora conclusa e anche per questo i militari della Compagnia di Tolmezzo mantengono il massimo riserbo.

Una risposta a “Droga in Carnia (2)”

  1. io ero al Marinelli a Udine , 20 anni fa ormai, e l’uso di spinelli nel bagno era tranquillamente tollerato nei bagni, ci andavano dei miei compagni tra un’ora di lezione e la successiva, e tutti vedevano in che stato rientravano, finalmente si muove qualcosa, sento da amici insegnanti che le scuole sono ridotte ad un Bronx in Friuli. ciao.

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