Enemonzo: Piero, 23 anni, così in Carnia l’agricoltura può rinascere

 
di Tanja Ariis.
L’orgoglio di essere agricoltore, la propensione a innovare, collaborare, imparare sempre, ma anche lo sprone alle istituzioni a procedere con il riordino fondiario per avvicinare altri giovani all’agricoltura: è tutto questo Piero Travani Tomat, 23 anni, di Enemonzo. È una testimonianza preziosa del nuovo volto dell’agricoltura in Carnia, quella della nuova generazione, che il giovane ha portato ad Amaro nell’incontro organizzato dal Rotary Club Tolmezzo e Innova Fvg alla presentazione del libro “Friuleconomy” di Massimo De Liva. Piero gestisce a Enemonzo con il padre Celso un’azienda agricola nata ai primi del ’900 e che era fondata per lo più sulla produzione da latte. L’ingresso di Piero in azienda 3 anni fa ha portato nuova linfa. Accanto ai 50 capi da latte «abbiamo voluto integrare – spiega – con la produzione di ortaggi, specie con tre ettari di terreno coltivati a patata. Ci siamo appoggiati all’Ersa, che ci ha dato sostegno e forza. Tuttora collaboriamo con la Comunità montana della Carnia con un progetto sulla orticoltura e frutticoltura». E il futuro dell’agricoltura per Piero è legato molto anche a tali settori. Piero è stato anche “testimonial” all’Isis Solari di Tolmezzo con un altro giovane agricoltore, Michele Marmai. E domani andrà all’Expo con la Coldiretti e vari colleghi. È orgoglioso di ciò che fa, lavora con passione. «Mi sono insediato nell’azienda – dice – anche perché sono grato di tutto quanto mi hanno lasciato le precedenti generazioni: non solo la terra o la struttura, ma tutti i principi e i valori che caratterizzano questo settore». Quando contatta i suoi ex compagni di classe scopre che c’è chi è andato a lavorare in Nigeria, chi in Venezuela, molti sono disoccupati. «E allora mi sento fortunato perché io ogni giorno mangio alla mia tavola e vado a dormire nel mio letto. Dopo l’industrializzazione c’è stato un abbandono dell’agricoltura», ma ora dalle istituzioni, per Piero, deve arrivare in primis, viste le proprietà così frammentate in Carnia, il riordino fondiario, fondamentale per qualsiasi giovane che voglia partire con un’impresa agricola. La sua azienda gestisce 50 ettari a valle più una malga di 100 ettari e quindi non ha problemi, ma per un nuovo insediamento, spiega, se deve partire da zero, è impossibile. Plaude quindi a quei Comuni che hanno avviato un progetto per la bonifica dei terreni incolti, come Amaro, che punta a rendere utilizzabili 18 ettari: «può essere – dice – un’opportunità per qualche giovane che vuole fare questa scelta di vita». Cosa chiede anche alle istituzioni? «Di capire il legame che c’è tra agricoltura e turismo».