Fantoni: parte il contratto di solidarietà


Affrontare la crisi e mantenere coeso e unito quello che con un brutto neologismo da capitalismo rampante veniva chiamato il settore "risorse umane"; si ma come? Le aziende più innovative cominciano a capire che è il caso di affrontare per tempo e possibilmente con il minor numero di traumi possibili la questione . Come è stato per Bernardi, per far fronte al problema della crisi e del conseguente calo della produzione, anche alla Fantoni di Rivoli di Osoppo si avanti l’ipotesi del contratto di solidarietà. Ne hanno parlato, anche in occasione di un recente incontro tenutosi in fabbrica venerdì pomeriggio, i dirigenti aziendali e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil dell’Alto Friuli. Per le maestranze del mobilificio e del pennellificio, 681 persone in tutto, ci sarà la necessità di ridurre gli orari di lavoro. Si andrà di seguito a discutere anche per gli altri settori del Gruppo. Il provvedimento dovrebbe partire a brevissimo, restare in vigore per un anno e coinvolgere tutti i lavoratori di Osoppo.<br />
      Una decisione che la direzione e la proprietà, la famiglia Fantoni, aveva in qualche modo prefigurato, quando di fronte alle permanenti difficoltà di mercato, pur avendo messo in atto ogni accorgimento virtuoso possibile, aveva comunque annunciato che qualsiasi decisione presa sarebbe stata in qualche modo "spalmata" su tutte le aziende del gruppo.
      I tempi sono stretti: già ieri i sindacati hanno incontrato gli operai in assemblea. Gli incontri con i dipendenti (anche con quelli del settore amministrativo), si protrarranno fino a martedì prossimo: l’obiettivo è di mettere a conoscenza tutti i lavoratori della situazione di calo di orario che si prospetta e che, al momento, esclude il ricorso alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria. Al termine delle assemblee, sindacato e azienda si confronteranno di nuovo per raggiungere un accordo comune. La riduzione di orario sarà indicativamente pari al 20% con differenze, anche sensibili, a seconda del reparto, con un’oscillazione compresa tra il 10 e il 30%. Alcune aree di lavorazione saranno più colpite rispetto ad altre.
      La scelta è legata alla volontà di mantenere tutti i posti di lavoro sperando che la flessione economica lasci il posto a una ripresa.
      «Il contratto di solidarietà è una buona soluzione – hanno detto Mauro Franzolini, segretario regionale di Feneal-Uil, Alessandro Forabosco della Cgil e Bruno Minutti della Cisl che si stanno occupando della trattativa – perché permette a tutti di lavorare pur con uno stipendio più basso; è un’alternativa valida alla cassa integrazione e non prevede esuberi».