Fisici di Udine (ma non Ceccotti :-)

 È stato scoperto il buco nero più distante dalla Terra». Detta così può sembrare una rivelazione lontana da noi, invece è proprio il contrario perché una parte degli autori di questo evento ha studiato a Udine e ora insegna nella sua università. Sono loro che attraverso l’occhio del telescopio internazionale Magic (Major atmospheric gamma-ray imaging cherenkov), allestito all’Osservatorio del Roque de los Muchachos sull’isola di La Palma, nell’arcipelago delle Canarie, sono riusciti a vedere là dove nessun altro esperimento era arrivato prima, rivelando un buco nero distante dalla Terra circa 6 miliardi di anni luce, la metà del raggio dell’intero Universo. Una scoperta che, oltre a dimostrare che l’Universo stesso è più buio del previsto, mette in discussione cento anni di studi in Fisica perché suggerisce che la luce potrebbe viaggiare in modo diverso da quanto predetto dalla teoria della relatività.

Sono proprio gli autori del lavoro a riassumere il risultato della ricerca, in pubblicazione oggi sulle pagine della rivista Science. Oltre ai coordinatori nazionale e locale di Magic, Alessandro De Angelis e Barbara De Lotto, fanno parte del gruppo di Udine dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e dell’ateneo friulano, e hanno firmato l’articolo, Michela De Maria, Francesco De Sabato, Francesco Longo, Nijil Mankhuzil, Massimo Persic, Valeria Scapin e Vincenzo Vitale.

Il buco nero avvistato da Magic si trova al centro della galassia 3C279, lontanissima dalla nostra, e conferma, come spiega il professor De Angelis, ordinario di Fisica sperimentale all’università di Udine, «che l’Universo è più trasparente di quanto si pensava. Non si riteneva possibile, infatti, che l’energia potesse arrivare da così lontano». Il buco nero avvistato, fanno sapere dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e dall’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), «è un oggetto supermassiccio, la cui massa è un miliardo di volte quella del Sole e si accresce continuamente fagocitando la materia della galassia circostante. Durante questo processo emette raggi gamma di altissima energia, cioè fotoni come quelli che compongono la luce visibile, ma oltre cento miliardi di volte più energetici di essi». Il fatto che l’Universo sia più trasparente del previsto significa che è anche più buio. Se si pensa che di notte nei posti più bui si vede un maggior numero di stelle è più facile comprendere la spiegazione di De Angelis che aggiunge: «I raggi gamma, se c’è luce in mezzo, non passano perché vengono assorbiti dalla luce visibile, se invece c’è più buio passano e quindi si vedono».

Vedendoli, gli astrofisici possono esplorare l’Universo in maggior profondità di quanto pensassero prima della scoperta e avvicinarsi quindi all’istante del big bang, quello che circa 14 miliardi di anni fa ha generato l’Universo. Ma c’è di più perché, aggiunge De Angelis, «possiamo studiare la propagazione della luce ad altissima energia su grandi distanze e analizzare fenomeni di fisica fondamentale a scale non raggiungibili dagli acceleratori di particelle».

Lo scopo del gruppo di Udine dell’Infn è proprio quello di osservare tante galassie per avvicinarsi sempre più alle origini dell’Universo. «Cerchiamo oggetti sempre più lontani e ora che abbiamo a disposizione più telescopi possiamo lavorare meglio» precisa De Angelis, impegnato nell’evoluzione di Magic dalla cui costola è nato Magic 2. Il secondo telescopio sarà inaugurato il 19 settembre a fianco del primo.

«Riuscire a rivelare la radiazione gamma proveniente da una sorgente così lontana è un risultato molto importante perché sfida le attuali teorie sulla "densità" della luce», aggiunge il professore dell’ateneo friulano, nel sottolineare che il buco nero scoperto attraverso Magic è enorme e si sta mangiando tutta la sua galassia. Ed è proprio il passaggio delle stelle vicino al buco nero che l’hanno reso visibile: «Appena passa una stella il buco nero l’assorbe, mentre lo fa si creano fenomeni di alterazione vicino al confine del buco nero in cui le particelle si urtano e generano raggi gamma che consentono di vedere lo stesso buco nero».

2 Risposte a “Fisici di Udine (ma non Ceccotti :-)”

  1. compliments ai nestris sienciâts furlans, beâts lôr che a puedin studiâ in maniere cussì aprofondide la astronomie

    isa

  2. Grazie per la segnalazione! E complimenti per la sua musica, ho navigato nel suo sito.

    Alessandro De Angelis

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