Friulani nel mondo: meno convegni più concretezza


Una bella lettera che mette il dito nella piaga: quale Friuli vanno a rappresentare ai nostri emigranti in giro per il mondo, i i convegni e le visite organizzate dai nostri rappresentanti politici attuali? Discorso non facile perchè nemmeno noi sappiamo ora che "razza" di Friulani siamo. Di ritorno da un viaggio in Argentina, preparato personalmente con l’intenzione di conoscere il paese nelle sue splendide bellezze paesaggistiche, i suoi parchi naturali, le sue città e soprattutto i centri meno conosciuti turisticamente, ma più ricchi dal punto di vista antropico e umano, mi trovo a fare alcune considerazioni.
Sono profondamente friulana, nata e cresciuta a Gemona da una famiglia che ha conosciuto l’emigrazione dal nonno a due zii paterni che si sono trasferiti in Argentina nel periodo tra le due guerre; nutrita da queste storie un po’ epiche, un po’ tristi, mi sono sempre appassionata all’approfondimento di questa materia sia nella mia professione, ho insegnato lettere, sia nei viaggi che ho fatto con mio marito, socio del Ducato dei vini, al seguito dell’indimenticabile Isi Benini che mi ha fatto conoscere la realtà dei Fogolârs furlans nel mondo.<br />
In questa occasione ho parlato con molti emigranti e figli di emigranti e ho percepito in tutti una grande nostalgia per un Friuli che non è più quello che loro ricordano o che hanno conosciuto dai racconti dei loro padri e nonni e un fondo di amarezza per un amore che non sentono corrisposto. Dal Fogolâr di Salta, alla Famée furlane di Cordoba, alla Casa Friuli di Colonia Caroja al piccolo Fogolâr di Puerto Madryn a quello più importante di Buenos Aires ho ascoltato le stesse richieste: non dimenticate quello che siamo stati e quello che siamo.
L’Argentina non è stata un paese generoso con i nostri emigranti, né un tempo quando, pensando di lasciarsi alle spalle la miseria e di trovare la “terra promessa”, si sono trovati di fronte un paesaggio stepposo e arido che hanno dovuto colonizzare cominciando a scavare fossi per portare l’acqua chissà da quali distanze, a ora in cui l’inettitudine dei governi e l’accaparramento dei beni da parte di pochi gruppi lascia alla maggior parte della popolazione solo un margine di sopravvivenza anche se dignitosa. Non sono solo a chiedere, come qualcuno crede, ma vorrebbero che la loro patria, quel Friuli di cui ha tanto parlato loro Ottavio Valerio, non si dimenticasse di loro.
Non però che si ricordasse solo quando i soliti politici o rappresentanti di “non so quale Friuli” si recano in delegazione, fanno un bel viaggio, dicono belle parole, si mangiano un favoloso “asado” e poi tutto finisce lì. Capiscono che il futuro è nei giovani, non nella nostalgia e nei ricordi delle persone anziane, vorrebbero quindi che l’Università di Udine stabilisse contatti proficui e duraturi magari con l’Università Nazionale di Cordoba per permettere scambi di esperienze, frequenza di corsi paralleli, incentivi agli studenti migliori di origine friulana per frequentare le nostre facoltà.
Il presidente del Fogolâr furlan di Colonia Caroja mi ha ripetuto più volte questo appello: il Friuli deve sentire il dovere morale di stimolare e aiutare giovani promettenti che, attraverso le loro famiglie, sentono fortemente l’appartenenza friulana.
In seguito a questa esperienza ritengo di poter esprimere, a nome di tutte le persone che ho conosciuto, il seguente desiderio: che il budget destinato dalla Regione e dalla Provincia ai vari enti e associazioni di friulani nel mondo più che a finanziare convegni, viaggi e banchetti delle varie autorità locali sia destinato a potenziare la cultura dei figli e dei nipoti dei nostri emigranti e a creare sinergie tra la nostra Università e quelle frequentate dai nostri corregionali nel mondo, soprattutto in Argentina.
Orsola Venturini

2 Risposte a “Friulani nel mondo: meno convegni più concretezza”

  1. condivido pienamente il pensiero dell’autrice pur non conoscendo personalmente la situazione. Meno “fumo” e più “arrosto”x tanti nostri emgranti che, nonostante tutto, amano la Patria del FRIULI.

    RE

  2. Scrivi: "…vorrebbero che la loro patria, quel Friuli di cui ha tanto parlato loro Ottavio Valerio, non si dimenticasse di loro".
    Credo si debba iniziare anche a ragionare su quale Friuli veniva raccontato loro da Ottavio Valerio.
    Da parte nostra potremmo ragionare di quale emigrante sentivamo raccontare dal Rettore…

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