Friuli: 20 anni del Centro servizi agrometeorologici


di Domenico Pecile

E’ nato quasi per caso, 20 anni fa. C’era un progetto italo-sloveno per sperimentare la “lotta” alla grandine, esperimento che non diede i frutti sperati. Ma più tardi fu creato il Csa (Centro servizi agrometeorologici), con l’obiettivo di realizzare attività di studio del clima e delle previsioni del tempo a servizio non soltanto dell’agricoltura, ma anche di altri settori come turismo, ambiente e Protezione civile. Il Csa era privato. E c’era il rischio di disperdere le tante professionalità che già caratterizzavano il futuro Osmer. Così, l’allora presidente dell’Ersa, Bruno Augusto Pinat, ebbe la grande intuizione di proporre alla Regione di inserire quella struttura nel settore Ambiente della Regione. Intuizione che ha dato subito i frutti sperati visto che oggi l’Osmer è uno dei fiori all’occhiello della Regione medesima come è stato sottolineato anche nei convegni di ieri.
Vent’anni fa era soltanto un piccolo nucleo di esperti, allora sotto l’egida dell’Ersa. Analizzava le prime carte meteo, installava le prime stazioni di rilevamento. In 20 anni quella che oggi si chiama Arpa Fvg-Osmer è diventata – con le parole del presidente regionale della Commissione Ambiente, Alessandro Colautti – una realtà virtuosa, ma anche «un esempio virtuoso della nostra regione. Sì, sono 20 anni di storia spesi davvero molto, molto bene. Questa è una realtà d’eccellenza del Fvg, di alta esperienza, professionalità e passione, che deve essere sostenuta e valorizzata». I vent’anni dell’Osservatorio meteorologico regionale sono stati festeggiati ieri, nella sede di Visco, per sottolineare, soprattutto, che l’Osmer non è soltanto la certezza di previsioni quotidiane puntuali e scientifiche, ma che è diventato soprattutto un servizio del cittadino e dei settori economici del territorio: dell'agricoltura, soprattutto, ma anche dei comparti dei lavori pubblici e dell’edilizia, dei trasporti, del turismo e dello sport. Condizioni del tempo, anche puntuali (in occasione di eventi quali la Barcolana a Trieste o la Coppa del mondo di sci a Tarvisio), piogge intense, grandinate, gelate, trombe d’aria (tecnicamente mesocicloni), venti forti, neve e valanghe sono “il pane quotidiano” dell’Osmer, che fonda le proprie attività sul radar di Fossalon di Grado, un “grande occhio” in grado di scandagliare l’atmosfera in un raggio di 120 chilometri, un secondo radar posizionato sul monte Lussari (per il monitoraggio della Val Canale, che Fossalon non visualizza a causa della presenza del massiccio del Canin), una rete di 50 stazioni meteo dotate di ben 401 diversi sensori, capaci di trasmettere ogni giorno circa 15 mila dati. Ed il cosiddetto «indice di correttezza delle previsioni – afferma il responsabile dell'Osmer, Stefano Micheletti – si attesta oggi sul 70/80 per cento, con un +10/15 per cento nel corso degli ultimi dieci anni». Vent’anni alla ricerca di risposte sempre più precise grazie a uno staff di tecnici preparati, scrupolosi, appassionati. E consapevoli che l’Osmer deve guardare avanti. Come dice ancora Colautti: «L’Osmer deve diventare uno dei pilastri delle politiche pianificatorie in tema di scelte strategiche come ad esempio le energie rinnovabili». Il monitoraggio meteo dell’Osmer – illustrato ieri nel corso della cerimonia alla presenza tra gli altri del sindaco di Visco Elena Cecotti e dei consiglieri regionali Franco Brussa, Stefano Pustetto e Mauro Travanut – impiega oggi un qualificato staff di 23 tecnici tra ingegneri, fisici, informatici e periti che elaborano quotidianamente, 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, dati e modelli per costruire previsioni, dati statistici, ricerche e studi su una meteorologia comunque piuttosto complessa che caratterizza la regione. Due i momenti di incontro tenutisi ieri nella sede di Visco. Il primo ha illustrato le principali attività dell’Osmer, mentre nella seconda parte è stato sviluppato il tema dei servizi meteorologici in tutto il Paese