Friuli: addio a Sergio Cocetta il partigiano Cid

Il Friuli ha perso Sergio Cocetta, “partigiano a vita”. Nome di battaglia “El Cid Campeador”, Cid per brevità guerrigliera, nasce a Bicinicco nel 1925, e da giovanissimo diventa commissario politico del battaglione Gregoratti della divisione d’assalto Garibaldi-Natisone. In esilio obbligato in Cecoslovacchia con il nome di Andrea Calano, sceglie «la consapevolezza al posto dell’ipocrisia» pagandone il prezzo: «…ma noi lottavamo contro la tenebra e il cinismo – scrive nei suoi diari- e le apprensioni si moltiplicano aiutate dal vento della disperazione incuneatosi nella stretta valle della speranza e delle certezze».

Da clandestino era uscito dall’Italia, e da clandestino vi rientra alla fine degli anni ’50. Artista scultore – «sono un semplice scalpellino» diceva di se stesso –, si ritira a Tarvisio nel 1963 (dove fu anche consigliere comunale) dopo il suicidio di Giovanni Foschiani.

Prima, durante gli anni udinesi, e poi nelle sue discese in città, lavora in stretta collaborazione con Dora Bassi e frequenta Luciano Ceschia, Max Piccini e suo figlio Giulio Piccini, Dino Basaldella…

Ci lascia cosí una delle figure piú belle e limpide della lotta di Liberazione che, nonostante la sua scelta di vivere costantemente in una condizione al limite, i suoi incontri con giovani e meno giovani che vanno a trovarlo continuano. Incontri anche sorprendenti che assumono valore “storico”, come quelli con Erri De Luca, Peter Handke, Predrag Matvejevic, Carlos Montemayor, PierLuigi Cappello…

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