Friuli: anche due imprenditori “carnici” coinvolti nella presunta turbativa d’asta

dal MV di oggi.

Almeno 180 gare d’appalto pubbliche ritenute manipolate, per un importo totale pari a oltre 90 milioni di euro, 105 imprese coinvolte, 132 denunciati (di cui 79 friulani) tra impresari, persone a vario titolo riconducibili alle 105 ditte e dipendenti pubblici “compiacenti”. E poi 8 imprenditori edili ai domiciliari: 4 della provincia di Udine, 2 di Pordenone, gli altri di Portogruaro e Treviso.

Per 9 persone, compresi gli 8 imprenditori ai domiciliari, la Procura aveva ipotizzato l’associazione a delinquere per turbativa d’asta e anche la truffa aggravata ai danni dello Stato (ipotesi, qust’ultima, che il gip non ha però ravvisato). Per gli altri denunciati, tranne i dipendenti pubblici, si ipotizza il solo concorso in turbativa d’asta. Ecco i numeri dell’operazione “Coffee break” coordinata dalla magistratura di Gorizia e condotta dalla Guardia di finanza del capoluogo isontino.

«Un’indagine su appalti pubblici dal marzo 2009 al gennaio 2011 – ha detto ieri il procuratore capo, Caterina Ajello – che ha consentito di scoprire un “cartello” di imprese dedito alla turbativa d’asta e alla truffa ai danni dello Stato che aveva instaurato un monopolio generalizzato in tutto il Triveneto. Il sistema si era radicato nel territorio».

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2 Risposte a “Friuli: anche due imprenditori “carnici” coinvolti nella presunta turbativa d’asta”

  1. Mi è toccato comprare il MV dopo anni che non lo facevo, però la notizia che da tre giorni tiene banco in quasi tutto il FVG, necessitava di ulteriori informazioni ,per quello che questo giornale può dare. Mi riferisco naturalmente alle indagini della procura di Gorizia che ha portato alla luce una situazione che, seppur latente, era conosciuta da molti, infatti i titoli di oggi recitano “ Così fan tutti” o “ Scambi per poter lavorare tutti”.
    L’Ance regionale che dice “ Sistema da salvare, punire solo le scorrettezze” la Fillea Cgil che dice “ Stiamo attenti che il settore è in crisi e la situazione potrebbe precipitare”
    Un ex amministratore di Tolmezzo( Chi sarà?) che prende le difese di uno degli indagati a prescindere dai fatti confutati come se bastasse aver la voglia di lavorare per potere esimersi da tutte le regole.
    In questo periodo, a volte a ragione, non si fa altro che parlare della corruzione della politica, del sistema da rifondare, anche questo è giusto. Però davanti ad una ipotizzata infrazione della legge che regola le gare sugli appalti che coinvolge la società civile, la crema della società, quella che ha una forza elettorale incredibile, si passerebbe volentieri ad altre argomentazioni, al massimo con una reprimenda e la promessa a di pentirsi.
    Forse non abbiamo ancora l’idea precisa di quanto siano i lavori pubblici e la necessità che le regole stabilite vengano rispettate. Una domanda mi sorge spontanea, se è reale il rischio di chiusura per le ditte coinvolte, quante sono le ditte edili, che hanno già chiuso, vittime di questo sistema?
    Perché, pur conoscendo il sistema che le poneva in minoranza, fuori dal giro, molte ditte hanno tenuto un silenzio omertoso? Forse perché si sarebbero trovate fuori dalla distribuzione dei subappalti? Sicuramente controllare di più, non voglio pensare ad altro.
    Cosa potevano fare i politici e gli uffici tecnici responsabili? Le gare si sono dimostrate con un evidente tallone d’Achille, raggirabili da un buon tecnico informatico e da un buon accordo di cartello che aveva molti soci se si comprendono i taciturni colleghi imprenditori.
    Quanto ci costano questi accordi? Stabilito che la media mediata, risultante dalle offerte delle ditte partecipanti l’appalto, veniva concordata a priori da questi signori che dovevano guadagnarci per…. mantenere l’occupazione, che quasi sempre veniva aggiudicato un subappalto a ditte partecipanti e perdenti la gara e, anche questa ditta doveva guadagnarci per salvaguardare l’occupazione e vedremo se esce qualcos’altro. Stabilite queste cose, si può calcolare che i lavori pubblici costavano troppo sempre e comunque. Datevi una letta al libro “ Costi appalti redatto dal GC” rinnovato ogni anno e che gli uffici adoperano per base di gara. Se doveste lavorare voi con questi prezzi l’edilizia avrebbe già chiuso per mancanza di lavoro e di soldi. Per finire non vi immaginate neanche quanti passaggi burocratici di controllo abbia a subire una gara con ritardi incredibili di esecuzione, eppur il raggiro neanche tanto complicato fa saltare tutto il banco e restano solo i ritardi che fanno perdere tempo e non garantiscono controlli, ma solo passaggi inutili.
    Spero che le ditte inquisite possano dimostrare, se non l’innocenza, almeno le buone intenzioni in un momento in cui neanche lo Stato da loro una mano con il mancato pagamento dei lavori eseguiti.

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