Friuli: animali sulle strade, distrutti 246 veicoli in provincia di Udine

di Alessandra Ceschia.
Chi se li è visti sbucare dinanzi all’auto all’improvviso non se li dimentica. Sono 246 le richieste di risarcimento presentate alla Provincia di Udine per gli incidenti stradali provocati dagli animali selvatici nel 2015, numeri in aumento rispetto all’anno precedente. Eppure, le proporzioni del fenomeno sono ancora più vaste, visto che tanti automobilisti rinunciano a presentare richiesta di risarcimento, scoraggiati dalla burocrazia e dalla mancanza di fondi. E invece la Provincia è pronta a risarcire i danni, almeno per il 2015 e per i primi mesi del 2016, ovvero fino a quando le competenze per il settore caccia e pesca non saranno trasferite alla Regione. Dal riparto di quei fondi dipendono i bilanci di tante famiglie e di svariate imprese agricole, visto che parliamo dell’indennizzo dei danni sia ai veicoli sia alle colture, vale a dire due facce di un fenomeno in continua evoluzione che registra l’aumento della fauna selvatica sul territorio, in primis degli ungulati. Ammontano a 686.542 i danni ai veicoli denunciati dalla popolazione in provincia per il 2015, un conto che si allunga anno dopo anno. Nel 2013 sono state presentate 264 denunce per complessivi 591.037 euro, la Provincia ha liquidato 206 pratiche, pari a 279 mila euro, fondi che hanno garantito la copertura del 47% dell’importo speso per la riparazione dei veicoli danneggiati. Nel 2014 le richieste sono scese a quota 227 per complessivi 540.000 euro. In questo caso sono state indennizzate 169 famiglie per un totale di 280.763 euro. Lo scorso anno una nuova impennata di richieste di risarcimento, sparse su tutto il territorio, da Paluzza a Premariacco, da Fusine ad Aquileia, passando per Prepotto, Lauco, Tolmezzo, San Pietro al Natisone, Udine e perfino Lignano, secondo una mappa dei sinistri disegnata a macchia di leopardo nella provincia di Udine. Gran parte degli incidenti stradali sono provocati dai caprioli (ben 164 nel 2015) seguiti dai cervi (37) dai cinghiali (29), dalle lepri (9), le volpi, i fagiani e i tassi (2) e perfino le pernici (1). Purtroppo, il trend dei finanziamenti regionali pare essere inversamente proporzionale a quello dei danni segnalati. «Abbiamo iniziato a gestire il settore nel 2003 – fa il punto l’assessore provinciale a caccia e pesca Marco Quai – la Regione nel 2008 individuato un fondo per finanziare gli indennizzi. Da allora il versamento annuale da parte dei 6 mila cacciatori della provincia di Udine della tassa governativa (pari a 84 euro ndr) è confluito in quel fondo, eppure nel 2013 la Regione ha ridotto da 500 mila a 150 mila euro gli stanziamenti». È iniziato così il pressing di Palazzo Belgrado su Trieste per ottenere maggiori trasferimenti. «Di norma sono denunce che si aggirano sui 2 mila o 3 mila euro di danni ciascuna – osserva l’assessore Quai – non colpiscono i beni voluttuari ma le auto utilizzate dalle famiglie per andare al lavoro». Per il 2015 la Regione ha reso disponibili 150 mila euro a inizio anno e, nel settembre scorso, ha decretato l’assegnazione alla Provincia di Udine di 253.965 euro aggiuntivi, cifra che dovrebbe permettere una discreta percentuale di copertura delle richieste. «Contiamo di erogare gli indennizzi entro la fine della primavera» assicura l’assessore. Più complessa la situazione per i danni alle colture. «Purtroppo – fa notare Quai – la Regione applica il regolamento comunitario per gli aiuti de minimis sui risarcimenti all’agricoltura e ha fissato un tetto di 15 mila euro per ciascuna azienda. Una soglia che può essere applicata in tema di contributi, ma non certo di risarcimenti poichè alcune aziende agricole sono soggette a razzie periodiche da parte della fauna selvatica, che noi verifichiamo con attenti sopralluoghi». Forse per questo le richieste di indennizzo sono passate da 92 nel 2013 per 342.194 euro complessivi (di cui 57.501 liquidati) a 64 nel 2014 per 150.305 euro (di cui 73.766 liquidate), mentre nel 2015 le richieste sono diventate 53 (per 59.116 euro). Anche in questo caso la geografia è quanto mai varia. I cinghiali risultano i principali responsabili delle razzie alle colture, seguiti da cornacchie, lepri, caprioli, nutrie, volpi, cervi, merli e storni.