Friuli: crisi CoopCa, fatturato a picco e stop anticipato per alcuni negozi

di Lodovica Bulian.
Si lavora negli uffici CoopCa di Amaro. Dopo l’uscita di scena, sotto gli attacchi di una violentissima assemblea dei soci, del consiglio di amministrazione presieduto da Ermano Collinassi, i tre liquidatori di CoopCa, Giovanni Sgura, Paolo Rizza e Roberto Pittoni, hanno preso le redini della società come ha deciso il tribunale delle imprese di Trieste. Toccherà a loro gestire la continuità aziendale fino alla definitiva cessazione di Coop Carnica prevista al 31 dicembre, e fino alla nomina, in sede di udienza di omologa al concordato preventivo, fissata il 1° ottobre, di un liquidatore giudiziale che traghetterà CoopCa nelle attività di liquidazione e di cessione dei suoi rami vitali. L’obiettivo è quello del massimo realizzo concordatario, ma la prosecuzione delle attività si scontra ora con la freddezza dei numeri e con costi elevatissimi che mettono in discussione la stessa dead line fissata entro fine anno. Il calo di fatturato, dei consumi, la difficile palude finanziaria in cui è finita la cooperativa contestualmente all’istanza di concordato, le forniture sospese e gli scaffali vuoti stanno condannando i negozi marchiati CoopCa a una lenta agonia. Ecco perché i liquidatori stanno valutando se staccare la spina prima del tempo. Non a tutti i punti vendita, ma a quelli che arrancano di più. Una zavorra troppo pesante per il flebile respiro della cooperativa. Una black-list che verrà individuata sulla base delle analisi degli andamenti, dei ricavi e delle performance dei 40 punti vendita sparsi tra Fvg e Veneto, che in questi giorni sono sotto la lente dei liquidatori. Un’ipotesi, quella della cessazione anticipata, prevista dallo stesso piano di concordato approvato al tribunale di Udine. ll nodo risolutivo, infatti, sta nei costi. Che da gennaio a marzo 2015 rispetto a un valore di produzione pari a 21 milioni di euro, sono stati pari a 24 milioni. Pesano, soprattutto quelli del personale dipendente, e rischiano di intaccare la sostenibilità della procedura concordataria, compromettendo un realizzo che si profila già fragile e risicato. Ecco che, se non per tutti i negozi, per più di qualche punto vendita potrebbe scattare la chiusura anticipata. Si tratta di scelte imminenti, che non attenderanno l’udienza di omologa, definite a settembre dai liquidatori, in accordo con il commissario giudiziale Fabiola Beltramini e con il giudice delegato Lorenzo Massarelli, proprio per scongiurare ulteriori perdite – il bilancio 2014 fotografa un rosso di 43 milioni di euro e un debito consolidato di 85 -. Erano stati gli stessi soci prestatori, a più riprese, a puntare il dito sull’opportunità di una continuità aziendale che seppur limitata, avrebbe eroso un attivo concordatario già «insufficiente». La lama, però, è a doppio taglio. Perché se è vero che la gestione corrente è onerosa, era stata pure la stessa società a mettere in guardia rispetto alla possibilità di una chiusura precipitosa, che avrebbe fatto sprofondare ulteriormente il passivo. Rimanenze e avviamenti a quel punto dovevano essere infatti pesantemente svalutati, aveva fatto sapere qualcuno. Ora, però, la situazione è cambiata. Perché CoopCa continua a perdere, e parecchio. Tanto che i tre professionisti che si sono insediati alla guida della società sono impegnati con l’aggiornamento della situazione patrimoniale della cooperativa fino al 30 luglio 2015. I numeri di giugno sono ancora sotto la lente del commissario giudiziale, ma il quadro è già fin troppo chiaro. Tra aprile e maggio si conferma il trend negativo dei primi tre mesi dell’anno, a un ritmo di perdita che sfiora un milione al mese circa. E mentre CoopCa corre velocemente verso la fine della sua storia centenaria, all’orizzonte incombono oltre 400 esuberi. Tanti i dipendenti che non rientrano nelle offerte di acquisto che sono state fino qui presentate da Coop Nordest, Alì, Discount, Conad e Despar, che comprendono il mantenimento di 215 posti di lavoro. Una bomba occupazionale da disinnescare prima di aprile 2016, quando scadrà la cassa integrazione straordinaria.