Friuli: diamo la cultura ai giovani perché lontani da stereotipi e da giochi di potere

di Alessio Screm.

Sono fresche di pubblicazione le graduatorie regionali dei progetti finanziati in ambito culturale a favore dei giovani. Un’iniziativa ottima e lungimirante, con un portafoglio quest’anno di 300 mila euro, una somma destinata ad associazioni giovanili e a istituti scolastici per progetti rivolti a due tipologie di bandi: per iniziative ideate e promosse da giovani compresi tra i 14 e i 35 anni; e per le scuole con studenti tra i 14 e i 19. Protagonisti sempre i giovani, ovvero il pubblico non solo di oggi ma soprattutto di domani, il quale dimostra di possedere, stando ai dati ai quali si è potuto attingere, delle sorprendenti capacità ideative, organizzative, progettualità chiare e innovative, tanto che i grandi enti beneficiari di fondi pubblici farebbero bene a prenderli in considerazione. Basti leggere i titoli dei loro progetti per capire la sostanziale differenza che intercorre tra loro e le associazioni che per comodità definisco adulte, navigate. Mentre infatti queste ultime per la maggiore considerano irrinunciabile nominare i loro festival e rassegne con riferimenti di natura territoriale, richiamando la regione, la tal provincia, il tal comune, la tale località, quelle giovanili al contrario, a parte due casi, hanno titolato i loro progetti puntando invece sulla rottura degli stereotipi e del concetto di confine, con nomi che richiamano a “sconfinamenti”, “interculture”,“sperimentazioni”, “diversità”, “futuro”. Di conseguenza anche le loro programmazioni sono diverse e di molto dalle solite, tanto che questi giovani dimostrano di non concepire le attività culturali per compartimenti stagni: musica, teatro, danza, cinema ecc., favorendo invece la contaminazione delle discipline, andando quindi incontro alla vera realtà del mondo contemporaneo e rifuggendo ogni abitudine, quella che per i grandi significa spesso e volentieri garanzia per l’ottenimento di fondi. S’impari dunque da loro, dalla loro voglia di fare e soprattutto di rischiare, lontani come sono e per fortuna dalle oscure stanze di quel potere che sempre ottenebra le piú alte vedute.