Friuli: feste a letto con la febbre, fila negli ambulatori e l’influenza deve ancora arrivare

di Alessandra Ceschia

Ambulatori affollati, file in farmacia e al Pronto soccorso. Mentre la campagna di vaccinazione antinfluenzale, fluita con scarso entusiasmo quest’anno, è ormai agli sgoccioli, le vacanze natalizie hanno messo a letto bambini e anziani, ma anche gente di mezza età con tosse, raffreddore, febbre, mal di gola, e, soprattutto, disturbi gastrointestinali. Secondo i dati forniti dal bollettino Influnet dell’Istituto superiore di sanità, nella settimana dal 19 al 25 dicembre, attraverso i 616 medici sentinella, l’incidenza delle sindromi influenzali in regione è dello 0,81 (su mille abitanti). A risentire del freddo sono stati soprattutto i più piccoli: fino a 4 anni si registra un’incidenza pari a 3,01, che scende a 0,87 per la fascia tra i 5 e i 14 anni, per arrivare a 0,50 per le persone di età compresa fra i 15 e i 64enni e a 0,61 per gli over 65. «Si tratta di patologie simil influenzali – chiarisce il dottor Raffaele Di Cecco, medico di base –. Sono malattie causate da rinovirus, citomegalovirus, norovirus o rotavirus, che sono responsabili del 70% delle sindromi etichettate come influenza, ma che, in effetti, tali non sono». L’ondata di influenza deve insomma ancora arrivare, complici le festività, gli scambi di auguri e la riapertura delle scuole. Il picco dovrebbe manifestarsi fra la metà di gennaio e i primi di febbraio. «È presto per stilare bilanci sull’andamento della campagna antinfluenzale – mette le mani avanti la dottoressa Daniele Gnesutta coordinatrice del Dipartimento di Prevenzione dell’Ass 4 –. L’impressione è che sia andata piuttosto a rilento, tanto che alcuni si stanno ancora vaccinando. La copertura ottimale viene garantita se la vaccinazione è effettuata prima che i virus comincino a circolare. Si ottiene dopo una decina di giorni e si protrae per un semestre. Stando ai dati che abbiamo a disposizione, la circolazione dell’AH1N1 variato, (nota come suina) risulta in netto calo rispetto allo scorso anno. Più consistente la diffusione dell’H3AN3, un altro sottotipo virale che provoca febbre alta, dolori muscolari e scheletrici e può provocare anche complicanze polmonari nei soggetti a rischio. Per questo insistiamo nel promuovere le vaccinazioni sia sulle categorie a rischio sia sugli ultrasessantacinquenni». Per il presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Udine, Michele Favero, «la vendita di vaccini quest’anno sembra registrare una flessione rispetto allo scorso anno. Quanto alle richieste più ricorrenti in questi giorni, riguardano essenzialmente la tachipirina per curare le sindromi febbrili, l’aspirina, i fermenti lattici e gli antidiarroici. Certamente c’è stato un aumento dei casi, ma non c’è alcuna emergenza». Dichiarazioni condivise dal dottor Mario Da Porto: «In realtà gli ambulatori già abitualmente affollati, in questi giorni sono ancora più pieni. Diverse le richieste di visite a domicilio. In media, riceviamo dalle 10 alle 15 telefonate al giorno da pazienti che accusano sintomi di tipo influenzale: 37-38 gradi di febbre, tosse, rinofaringiti, mal di gola, disturbi gastroenterici, nulla che le vecchie ricette della nonna con due o tre giorni di riposo, un bicchiere di latte caldo e miele non possano curare. Troppo spesso, però, i pazienti non hanno la pazienza di aspettare che la malattia faccia il decorso e si riversano negli ambulatori ai primi sintomi. E’ questo il vero problema».