Friuli: la regione pronta a dichiarare lo stato di sofferenza idrica

L’Amministrazione regionale, in accordo con tutti i diversi soggetti interessati, è pronta a prendere adeguati provvedimenti per fronteggiare possibili conseguenze legate all’attuale stato di carenza idrica, causato dall’assenza di significative precipitazione piovose e nevose negli ultimi mesi. Lo ha annunciato il vicepresidente della Giunta regionale e assessore all’Ambiente Luca Ciriani al termine di una riunione cui hanno preso parte tecnici della stessa Regione (ambiente, agricoltura, protezione civile), insieme e rappresentanti dei consorzi di bonifica, degli acquedotti, delle aziende che producono energia elettrica. I provvedimenti saranno modulati e dinamici a seconda dell’evolversi della situazione, costantemente monitorata da un tavolo di lavoro permanente. Tuttavia, ha precisato Ciriani, si sta già predisponendo un decreto, che potrebbe essere firmato dal presidente Tondo nei prossimi giorni, per dichiarare lo stato di sofferenza idrica, allo scopo di attuare da subito una serie di azioni volte a risparmiare acqua, immagazzinarla nei bacini e quindi poterne assicurare il fabbisogno per gli usi principali, ovvero potabile e irriguo.
In questo senso si andrebbe verso un’immediata regolamentazione degli usi idroelettrici per trattenere l’acqua negli invasi montani, cui si affiancherebbe una riduzione del deflusso minimo vitale dei principali fiumi, insieme ad un’opera di sensibilizzazione dei cittadini per un uso consapevole della risorsa acqua, per evitarne inutili sprechi. Solo in caso del perdurare dell’assenza di precipitazioni e dunque dell’aggravarsi della carenza d’acqua, verrebbe dichiarato lo stato di emergenza, introducendo delle ulteriori restrizioni finalizzate ad assicurarne la presenza in quantitativi adeguati alle necessità potabili e irrigue.
Incontrando i giornalisti al termine del tavolo tecnico assieme al direttore centrale dell’ambiente Giovanni Petris, ad Alberto Deana del servizio Idraulica, e al previsore dell’ARPA Livio Stefanutto, il vicepresidente Ciriani ha parlato di una situazione più critica, in fatto di precipitazioni, rispetto ad altre annate caratterizzate da perdurante siccità. Gli effetti appaiono evidenti sia sui livelli di falda (con i pozzi zampillanti che già oggi non sgorgano più, a causa del forte calo di pressione), sia sulla portata dei principali fiumi. Il Tagliamento, ad esempio, registra attualmente circa 18 metri cubi al secondo, contro gli abituali 40-50 dello stesso periodo dell’anno. Molto bassa anche la percentuale di riempimento dei principali bacini montani. Dunque per Ciriani una condizione abbastanza preoccupante, certamente più difficile rispetto agli scorsi anni, anche se storicamente non la peggiore vista in questa regione, che va attentamente tenuta sotto controllo.
La speranza è ovviamente legata ad un’inversione di tendenza, con piogge che potrebbero arrivare già la prossima settimana. Come ha anticipato il previsore dell’ARPA Stefanutto, i modelli probabilistici da qui a sabato 7 aprile indicano che nulla succederà fino a lunedì 2, mentre a partire da martedì 3, nel pomeriggio, le cose potrebbero cominciare a cambiare. L’anticiclone che fino ad ora ha mantenuto tempo bello stabile si ritira verso il centro Atlantico, lasciando spazio all’arrivo dal Nord di masse d’aria più umide e più fredde. Per cui, da allora, per due-tre giorni dovrebbe piovere, anche se in quale misura è ancora troppo presto per dirlo. Diminuirà anche la temperatura e non è esclusa qualche precipitazione nevosa in quota.