Friuli: liste candidati PDL stravolte? Alla Camera Blasoni – Di Centa e il veneto Stefanel al Senato

 

È arrivato il temuto blitz che scompagina lo schieramento per la Camera e il Senato. Silvio Berlusconi e Denis Verdini hanno cestinato la lista presentata loro dal coordinatore Fvg del Pdl, e deputato uscente, Isidoro Gottardo, e hanno riscritto la corsa al Parlamento. Il capolista alla Camera è il consigliere regionale e imprenditore udinese Massimo Blasoni (vicino a Verdini), mentre al secondo posto è stata piazzata Manuela Di Centa e al terzo Gottardo, che rischia così di restare fuori dal prossimo Parlamento. Al Senato, invece, la spunta l’imprenditore tessile trevigiano Bepi Stefanel che vanta una lunga amicizia con l’ex presidente del Veneto Giancarlo Galan. Al secondo posto il senatore uscente e sei legislature alle spalle Giulio Camber e al terzo il deputato uscente Manlio Contento. Le liste saranno definitive tra domani e lunedì

Una risposta a “Friuli: liste candidati PDL stravolte? Alla Camera Blasoni – Di Centa e il veneto Stefanel al Senato”

  1. Aggiornamento del 20/01/2013

    di Anna Buttazzoni

    Silvio Berlusconi e Denis Verdini si abbattono sul Fvg come un cataclisma e sconquassano il partito in Fvg. Dove molti sono i malumori e si meditano già vendette. Le liste da comporre per Camera e Senato mettono a dura prova il coordinatore regionale del Pdl Isidoro Gottardo. Anzi, rischiano di lasciarlo fuori dal Parlamento e di bocciare così non solo lui, ma l’intero partito. Gottardo – che per tutto il giorno non risponde al telefono – arriva a Roma con l’indicazione del partito del Fvg sui futuri onorevoli. E si la vede strappare in faccia. A nomi e posizioni manca l’ufficialità che, come da tradizione pidiellina, arriverà solo a liste depositate – e i termini scadono domani alle 20. Si saprà se Angelino Alfano, ad esempio, è capolista alla Camera come in altre regioni e Berlusconi idem per il Senato. Ma le news che trapelano da via dell’Umiltà bastano a stordire il Fvg. Niente capolista alla Camera per Gottardo, che addirittura finisce terzo. Al primo posto per Montecitorio – e quindi se così fosse prossimo deputato della Repubblica – c’è il consigliere regionale e imprenditore udinese delle Case di riposo, Massimo Blasoni. Che non parla. «Per scaramanzia», dice. Nell’ultima autocerficazione del 2008, necessaria per candidarsi alle regionali, Blasoni (vicino a Verdini) indica due multe, nel 1996 e 2004. Nulla dice sul procedimento del 1999. Su quello il deputato dell’Idv Carlo Monai presentò una “mozione d’ordine” nella quale avanzava «il dubbio sulla candidabilità di Blasoni perché – spiegava – la sentenza riguardava l’applicazione (su patteggiamento) della reclusione a un anno, 9 mesi e 10 giorni, pena sospesa, per 20 delitti: corruzione aggravata quale vice presidente dello Iacp, bancarotte fraudolente delle società Sanitalia e Ares, delitti fiscali e reati societari, appropriazione indebita». Ma è sotto i due anni e quindi la lista è quasi pulita. Al secondo posto c’è la campionessa Manuela Di Centa. Al terzo Gottardo. Al quarto – sorpresona – l’ex segretario Fvg della Lega scippato dal Pdl Marco Pottino. E ci sono anche il campano De Luca e il pordenonese Maurizio Castro. L’imprevedibile trova spazio anche al Senato. Si piazza al primo posto il visitor, imprenditore trevigiano del tessile, Bepi Stefanel che vanta una lunga amicizia con l’ex presidente del Veneto Giancarlo Galan. Stefanel che però non avrebbe ancora firmato l’accettazione della candidatura. Ottengono la deroga ma finiscono secondo e terzo il senatore triestino Giulio Camber, sei legislature alle spalle e una condanna a otto mesi per millantato credito, e il deputato pordenonese Manlio Contento, tre legislature, ma tanta stima da parte dei vertici nazionali del partito. Stima che per ora frutta un terzo rischiosissimo posto al Senato, ma forse anche un piazzamento migliore in Toscana. Gottardo trascorre la giornata, e così farà anche oggi, in via dell’Umiltà, quartier generale pidiellino. Chi riesce a parlare con lui lo etichetta così: preoccupato e affranto. Per se stesso, certo, ma anche perché con capolista Blasoni il partito gli sfuggirebbe definitivamente di mano. E la maggior parte dei pidiellini udinesi, la componente più ampia e complessa, non gradisce di certo Blasoni come referente romano. Così come non farebbe salti di gioia, ma non arriccerebbe nemmeno troppo il naso, se la capolista – come ieri sera sussurrava qualcuno – diventasse Di Centa. Campionessa apprezzata, ma tanto distante dal Fvg. La giornata, insomma, è da stordimento. E deve aver avuto un pensiero simile il governatore Renzo Tondo che, riferiscono dal suo entourage, ieri sera appena saputo del “fattaccio” ha deciso che stamani volerà a Roma. Quello del presidente Fvg è probabilmente l’ultimo tentativo di confronto per provare a correggere le liste. Sui nomi circolati è già bufera e in Fvg in aprile si vota per il rinnovo del governo regionale. Un assedio troppo lungo da sopportare, oltretutto in campagna elettorale. Oggi sono attese anche le liste della Lega.

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