Friuli: lL’associazione Ari approva il piano per la previsione dei terremoti di Renzo Rossi

L’Ari, associazione dei radioamatori italiani, ha approvato il progetto per la realizzazione di una rete di monitoraggio dei precursori sismici elettromagnatici a livello nazionale ideato e proposto da Riccardo Rossi di Pozzuolo, responsabile e attuale coordinatore della “Rete sismica sperimentale del Friuli”.
      «Sono stati approvati quattro piani tra quelli presentati – spiega Rossi -; quello proposto dalla Fesn si è piazzato al terzo posto. Il nostro progetto sarà finanziato con una quota dei fondi dell’8 per mille destinati all’Ari nazionale. Sabato e domenica raggiungerò Parma per parlare con un altro radioamatore che sta stendendo un suo progetto, sempre legato ai precursori sismici. L’obiettivo dell’incontro è quello di realizzare una collaborazione». La Fesn è la prima rete sperimentale amatoriale europea, nata a seguito della tragica esperienza del terremoto friulano del ’76. Il fondatore e primo operatore ufficiale a costituire una propria stazione sismica è stato il direttore della rete, Giovanni Rotta, a seguito di una visita alla Psn americana (Public Seismic Network) coordinata dal progettista elettronico Larry Cochrane. Dalla sua abitazione, in Val Resia, Rotta ha iniziato, nel ’98, a rilevare i tracciati grazie ai costi divenuti accessibili a seguito dell’avvento del computer e di attrezzature elettroniche in grado di effettuare il “datalogger” ovvero la registrazione in continuo dei dati sismici. Le apparecchiature elettroniche necessarie sono state fatte pervenire all’epoca dagli Usa, dalla stessa Public Seismic Network. Successivamente, a seguito di contatti con altri appassionati residenti in varie zone del Friuli, è stato possibile costituire una piccola rete amatoriale e ampliare il sistema grazie a ulteriori contatti con appassionati.<br />
      Attualmente la Fesn può contare su 9 stazioni dislocate sia in regione che nei pressi dei suoi confini. La Fens è affiancata nel suo cammino da una consorella denominata Iesn, cioè la “Rete sismica sperimentale Italiana”, nata successivamente alla prima esperienza tutta friulana. Tra i progetti l’installazione in regione di una rete di monitoraggio dell’attività elettromagnetica a bassa frequenza potenzialmente in grado di contenere segnali di origine sismica.
      «Lo studio – spiega Riccardo Rossi – si basa su precedenti indagini effettuate in prima battuta in Russia, poi diffuse in altre località da molti scienziati con diversi approcci. In Italia, il compianto professor Mognaschi dell’Università di Pavia è riuscito a dimostrare che la roccia, sottoposta a forti pressioni, è in grado di generare segnali elettromagnetici». Tra le recenti misurazioni anche quella di domenica scorsa, a Pian del Consiglio: «Mediante un rivelatore a scintillazione abbiamo registrato circa 90 scariche dovute al gas radon (particelle alfa) in tre minuti cronometrati. È solo un valore di partenza ma che potrebbe tornare utile in futuro per molte altre cose che si possono progettare».