Friuli: momento difficile, ma Daniele Pontoni sta preparando un tricolore da sogno

di Antonio Simeoli.

Chi lo conosce ci ritorna ogni volta che può, chi non lo conosce nove su dieci se ne innamora subito. Sì, perché il Monte Prat è un posto incantevole. Prima un balcone sul Friuli, dal meraviglioso Tagliamento ai magredi, alle colline e via verso il marte; poi un altopiano incontaminato. Dove sono di casa i ciclisti. Mountain bike e ciclocross, grazie a un campione delle specialità che ha deciso di mettere le tende sull’altopiano per insegnare ai ragazzi a fare ciclismo: Daniele Pontoni. Il due volte campoione del mondo di ciclocross sta ora correndo quella che definisce senza paura la gara più difficile della sua carirera: organizzare i Campionati italiani di ciclocross sul Monte Prat. Due giorni di gare, il 9 e 10 gennaio prossimi, 800 concorrenti attesi, un centinaio di volontari da sovrintendere. Un lavoro immane che porterà per due giorni la frazione di Forgaria al centro del panorama ciclistico nazionale. «È un’esperienza unica, impegnativa, ma stimolante. I campionati italiani di ciclocross ritornano sull’altopiano di Monte Prat vent’anni dopo l’edizione 1996». Inutile dire come andò, in quegli anni, il tricolore di categoria lo vinceva sempre lo stesso corridore… «(Ride ndr) Ne ho vinti 16 nella mia carriera. Diciamo che la gara del Monte Prat la ricordo ancora bene. Vinsi con un distacco abissale, quasi tre minuti, mettendomi dietro i due rivali storici Davide Bramati e Claudio Vandelli. Ricordo tutto di quella gara, il percorso difficile, il grande pubblico». In quegli anni eri il ciclocross, in Italia e non solo… «Stavo raggiungendo l’apice della mia carriera, avevo già vinto il Mondiale a Leeds nel 1992, il 1996 iniziò meravigliosamente con quella vittoria. Durante l’estate poi partecipai alle Olimpiadi di Atlanta giungendo quinto nella prova di Cross country di mountain bike». Hai vinto due Mondiali, Superprestige, Coppe del Mondo, decine di gare internazionali, qual è la vittoria più bella? «Monaco di Baviera. Nesun dubbio. Nel 1997 arrivai da solo allo stadio Olimpiaco di Berlino. Io sono un grande appassionato di calcio, tifosissimo del Torino, vincere un mondiale in uno dei templi del calcio e dello sport in genere però…». Sono passati vent’anni da quel tricolore, non c’è più Pontoni, ma i friulani continuano ad andare forte. Perché? «Me lo sono chiesto tante volte. Ho una certa idea…Immaginate il friulano, gran lavoratore, tenace, abituato alla fatica, ambizioso. Ecco, mettetelo in bicicletta e il ciclocross è lo sport che lo impersona. Poi diciamo che la mia striscia di trionfi ha aperto la strada…». Tra i giovani c’è il nuovo Pontoni? «No, ma vedo correre ragazzi determinati e con grandi ambizioni. Prendete Sara Casasola: a 15 anni ha già corso con la maglia azzurra agli Europei. Per ora le gare sono un gioco, ma contiando così… Diciamo che potrebbe arrivare una geneazione di fenomeni». E poi altri ne arriveranno. Pontoni, in collaborazione con il Comune di Forgaria, da alcuni anni ha aperto sul Monte Prat una scuola di cicloross e mountain bike. Nell’ultima estate sono saliti per camp di allenamento quasi un centinaio di giovani dai 6 ai 22 anni. Si fa fatica in mezzo alla natura. Una meraviglia.