Friuli: passa il bilancio consuntivo di Carniacque, i comuni bocciano gli aumenti tariffari

 

di Domenico Pecile

Passa il bilancio consuntivo. E passa all’unanimità. C’è pure il conforto di un avanzo di amministrazione ragguardevole – 600 mila euro – che il presidente, Andrea Zuliani, annuncia sarà destinato agli investimenti. Tuttavia, l’assemblea dell’Ato, che ha riunito ieri mattina tutti i Comuni della Provincia di Udine, ha dovuto fare i conti con la “rivolta” dei 40 Comuni montani dislocati nelle due Zto, la Carnia e la Valcanale – Canal del Ferro. Che hanno deciso di bocciare gli aumenti tariffari previsti per l’anno in corso. Ora, la patata bollente dall’Ato passerà all’Aeg (l’Autorità per l’energia elettrica, gas e acqua) che avrà a disposizione tre mesi per confermare e/o variare l’aumento tariffario che era stato stabilito dall’Ato nella misura del 13,4%. Intanto, Carniacque Spa, società che gestisce le due Zto della montagna, manda a dire che senza quegli aumenti è in gioco la sopravvivenza della Spa. In assemblea tutto era filato liscio fino a quando non è stato affrontato il nodo degli aumenti tariffari che soggiaciono ora a due nuove condizioni di calcolo: il nuovo metodo tariffario imposto dall’Aeg e il tasso di inflazione programmata (che è stata del 2,093 per il 2012 e del 3,096 per l’anno in corso) attestasi sul 5,19%. Bene, gli aumenti stabiliti sono stati del 5,3% per gli 82 Comuni aderenti al Cafc (Consorzio acquedotto Friuli centrale), del 5,5% per l’Amga cui fa riferimento il Comune di Udine, mentre per i 12 Comuni del Poiana (Cividalese e Valli) non è stato deliberato alcun aumento. L’intoppo, come detto, si è verificato quando l’Ato ha indicato l’aumento del 13,4 per cento per i 40 Comuni della montagna. Quest’ultima decisione, su invito dei due rappresentanti delle Zto della montagna, Renzo Zanette per la Valcanale – Canal del Ferro e Roberto Fachin per la Carnia, è stata dunque ritirata. L’incremento del 13,4% – spiega il direttore, Roberto Pittoni – fa comunque rimanere il costo più basso della provincia di Udine. Ma c’è un’altra considerazione da fare, come suggerisce lo stesso Pittoni. Una famiglia montana composta da tre persone consuma annualmente circa 200 metri cubi di acqua per un costo di 180 euro che diventerebbero 204 se fosse scattato l’aumento del 13,4 per cento. Bene, una famiglia di tre persone pagherà nel 2013 circa 340 euro a Belluno e 332 euro a Trento. «L’ottica che contesto ai sindaci della Carnia – afferma il presidente dell’Ato, Zuliani – è che non sono costretti a parlare alla gente solo di acqua, perchè invece dovranno spiegare ai cittadini come finanziare gli investimenti indispensabili in fognature e depurazioni». Da parte sua, Carniacque conferma che allo stato attuale e senza gli aumenti tariffari previsti esiste la reale preoccupazione di qualsiasi possibilità di investimento. Da qui l’auspicio che l’Aeg confermi le nuove tariffe, diversamente Carniacque stessa sarà in pericolo di sopravvivenza».