Friuli: per il wwf inutile una nuova pista a Sella Nevea

http://www.skiforum.it/skiforum/upload/resort/18590-sella-nevea.jpg

La Regione si appresta a «buttare via» altri 2 milioni di euro, dopo averne sprecati svariati nel passato per il lancio del polo sciistico di Sella Nevea. È la durissima accusa del Wwf, diffusa questa mattina. «La notizia – afferma una nota degli ambientalisti – che la stagione sciistica di Promotur si chiude con un -15% di sciatori e una previsione di un bilancio ancora peggiore di quello 2013 (che già aveva fatto registrare un buco da 2 milioni e mezzo di euro) non stupisce il Wwf. I dati Promotur – attacca l’associazione – non sono a tal punto costanti di anno in anno da non meritare più ulteriori analisi rispetto a quella che il Wwf ha dedicato loro nell’ ultimo decennio. Una cosa invece sì stupisce: che una giunta regionale nuova, nata in chiara opposizione a quella di Tondo, (degna continuatrice della giunta Illy), insista pervicacemente nel non aprire una riflessione approfondita sul destino del comparto sciistico (al quale si continua a voler tenere aggrappato il futuro della montagna), ed anzi insista nel finanziare opere a perdere».

È infatti passata sotto silenzio, perché infilata nella solita legge di manutenzione che ospita di tutto e di più, l’erogazione di quasi 2 milioni di euro per una nuova pista a Sella Nevea (pista di Pala Celar). «La storia di questo finanziamento – ricorda il Wwf – è, di per sé, interessante: si tratta di denaro in un primo momento destinato al casello autostradale di Chiusaforte, troppo oneroso; poi al posteggio sotto il Canin, paesaggisticamente impraticabile; poi ancora alla seggiovia del Poviz, tecnicamente inattuabile: alla fin fine quei soldi, pubblici, che non si era riusciti a buttare via in altro modo, sono giunti sulle piste di Sella Nevea, cioè sul più esemplare caso di investimento fallimentare della montagna friulana, che in materia è un’esperta: un investimento fallimentare che ha avuto, dal suo sorgere in forma di speculazione immobiliare, la caratteristica di  alimentare investimenti a catena, volti, ciascuno d’essi,  al tentativo di arginare il fallimento dell’investimento appena precedente. E tutti convergenti nella devastazione dell’ambiente e del paesaggio», conclude l’associazione ambientalista.