Friuli: prove tecniche di federazione tra UniUD e UniTS

dal Piccolo di oggi

Una federazione tra le due università della regione per tagliare le spese, razionalizzare gli spazi e far fronte al ridimensionamento numerico di docenti e ricercatori, oltre che di fondi, perché la politica sia a livello di Stato che di Regione non crede e non investe a sufficienza sull’alta formazione. La stanno allora progettando i due rettori, Francesco Peroni di Trieste e Cristiana Compagno di Udine e l’hanno svelata nel corso del dibattito che si è svolto nella redazione udinese del Messaggero Veneto, sollecitati dalle domande dei direttori del Piccolo e del Messaggero: Paolo Possamai e Andrea Filippi, proprio alla vigilia delle cerimonie d’inaugurazione dell’anno accademico che si svolgono domani. Le due università dovranno diventare complementari a partire da scuole di dottorato interateneo che verranno ora proposte e sul territorio la federazione universitaria avrà un modello policentrico. Per fare un esempio ipotetico: se Pordenone sarà la provincia economicamente trainante, l’unica facoltà (ma non si chiamerà più così) di Economia in Friuli Venezia Giulia, sarà attiva a Pordenone.

Questa una “fotografia” del dibattito, a partire dall’illustrazione dei punti di forza, ma soprattutto delle criticità attuali.

Peroni I nostri studenti dal 2006 sono stabili sopra i 20mila, ma l’organico docente ha subito un drastico calo: erano 941 sei anni fa e oggi sono circa 700 con un crollo del 30%, caso unico in Italia. Il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) è sceso da 107 a 96 milioni nel 2011, i corsi di studio da 100 sono divenuti 70 e i dipartimenti da 41 a 11. Però cresce il nostro portafoglio brevetti: da poche decine a oltre 100 e gli spin-off, una quindicina, sono raddoppiati. Sono in aumento anche la mobilità internazionale, gli iscritti stranieri e siamo in posizione eccellente nei vari ranking.

Compagno Noi siamo più giovani essendo nati nel 1978, abbiamo avuto meno pensionamenti tra i docenti, abbiamo 16.500 studenti, 10 facoltà e 14 dipartimenti. Il 57,3% dei nostri laureati trova un’occupazione entro un anno, mentre la media nazionale è del 48,7%: ci conforta il fatto che il mercato del lavoro riconosce e seleziona le provenienze universitarie. Abbiamo anticipato il progetto di spending review: dal 2008 la nostra spesa è stata ridotta del 12% e da un disavanzo di 10 milioni nel bilancio siamo passati a un avanzo. Del fondo di finanziamento ordinario abbiamo perso 3 milioni, in realtà ce ne spetterebbero 10 in più.

Peroni Trieste ha ottime performance, ma quando un docente esce dall’organico per pensionamento anche le risorse vengono trattenute. Siamo poi di fronte al blocco totale delle assunzioni.

Compagno A Udine siamo condannati all’impossibilità di rimpiazzare i pensionamenti. Sarebbe invece importante dare libertà di azione strategica alle università.

Peroni Vi sono 30 ricercatori che hanno vinto il concorso per essere assunti a tempo indeterminato, ma non sono assumibili. Ciò oltre a mettere in difficoltà l’ateneo crea anche una lacerazione generazionale con emarginazione di chi è meno assistito.

Compagno E favorisce la fuga dei cervelli e limita la capacità attrattiva dei nostri atenei. Il Ffo pesa su ogni italiano nella misura di 106 euro, quindi ben meno del canone Rai e in questo modo siamo alla cosiddetta efficienza X. Più sotto c’è l’impoverimento. Abbiamo dovuto ridurre l’offerta formativa del 19%. I nostri due atenei sono di conseguenza obbligati a creare una federazione per fare massa critica.

Peroni La vera sfida è ora far diventare l’alta formazione più importante nelle strategie e nei bilanci di Stato e Regione.

Una risposta a “Friuli: prove tecniche di federazione tra UniUD e UniTS”

  1. aggiornamento del 27/02/2012

    dal MV di oggi

    «Una federazione tra le università di Udine e Trieste è un progetto di grandissimo interesse perchè consente di trovare sinergie tra realtà diverse». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e Ricerca Francesco Profumo a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo di Udine, presenti il rettore Cristiana Compagno e il presidente del Fvg Renzo Tondo.

    «Questa attività aggregata – ha precisato Profumo – deve interessare in primis la ricerca, la formazione e poi anche l’attività di tipo amministrativo. Deve interessare soprattutto per dare una migliore risposta agli studenti in termini di qualità e in termini di efficienza ed efficacia e una maggiore rubustezza anche nella sfida successiva che è quella del lavoro».

    E a proposito del sottofinanziamento storico dell’università di Udine, il ministro Profumo ha detto che quello attuale, intanto, «è un anno di transizione e quindi non cambieremo la modalità con cui viene distribuito il fondo ordinario. Quello che faremo quest’anno – ha aggiunto – è una diversa modalità di finanziamento complessivo che io chiamo il multifondo. Sino ad oggi abbiamo avuto dei ’silos’ separati, quello dell’università, quello della ricerca e quello per l’edilizia.

    Io credo che bisogna mettere tutto sul tavolo con questo sistema multifondo che offre molte opportunità alle università se hanno una buona capacità di governo e mi sembra che sotto questo punto di vista l’università di Udine sia un ottimo esempio da questo punto di vista. Sono certo – ha concluso – che questa soluzione aiuterà questo processo per mantenere la qualità delle università e per dare anche una risposta positiva in qualità di risorse».

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