Friuli: si cerca un Curdo probabilmente morto in un «viaggio della speranza»,


Sono in corso in provincia di Udine le ricerche di un cittadino iracheno di etnia curda, Baiz Ebraim Pshadar, di 47 anni, di cui la famiglia, residente nella regione del Kurdistan, non ha più notizie da una ventina di giorni. Secondo la denuncia che il cugino Hama Ali Rasoul, cittadino britannico di etnia curda, di 37 anni, ha fatto ai Carabinieri del Comando provinciale di Udine, l'uomo, che era partito illegalmente dall'Iraq con destinazione Gran Bretagna, sarebbe morto durante un cosiddetto «viaggio della speranza», affrontato all'interno di un camion imbarcato in Grecia il 24 luglio scorso e diretto verso uno dei Paesi dell'Unione europea, via Italia <br />
Il camion sarebbe arrivato al porto di Venezia e avrebbe imboccato poi l'autostrada A23 Udine-Tarvisio in direzione dell'Austria. Il cadavere – sempre secondo il racconto fatto da Hama Ali Rasoul ai militari – sarebbe stato abbandonato dal conducente del camion, verso le ore 2.30 del 25 luglio, lungo la A23, presso una delle aree di servizio o di sosta.

Un amico della famiglia avrebbe inoltre ricevuto da un'utenza greca un sms, con la scritta «Udine – Venzone – Bueris A23 Tolmezzo SS13», per cui non è da escludere che l'abbandono possa essere avvenuto lungo la strada statale 13 Pontebbana.

Lo scomparso è alto un metro e 80/85 cm circa, ha corporatura magra, occhi azzurri, capelli corti scuri e un neo sul mento. Al momento della partenza dall'Iraq, è stato riferito che vestiva una maglietta di colore scuro, jeans e scarpe da ginnastica.

Le ricerche dei Carabinieri si stanno concentrando in particolare nelle aree notoriamente utilizzate per la sosta dei mezzi pesanti, soprattutto vettori stranieri.

3 Risposte a “Friuli: si cerca un Curdo probabilmente morto in un «viaggio della speranza»,”

  1. Aggiornamento del 17/08/2010

    Proseguono le ricerche del corpo di Baiz Ebraim Pshadar, l’iracheno di etnia curda, morto durante il viaggio della speranza dall’Iraq alla Gran Bretagna e abbandonato in Alto Friuli. I carabinieri della Compagnia di Tarvisio stanno ispezionando le arterie della Valcanale. Per ora nessuna notizia, anche perché il territorio da perlustrare è molto ampio e notizie precise sulle modalità con cui l’uomo sarebbe stato abbandonato non ce ne sono.
    Secondo quanto denunciato dal cugino, Baiz Ebraim Pshadar sarebbe scomparso il 25 luglio. Dopo essere arrivato al porto di Venezia proveniente dall’Iraq, sarebbe salito su in camion con direzione autostrada verso l’Austria. Durante il tragitto sarebbe morto e il corpo abbandonato alle 2.30 lungo l’A23 o la statale Pontebbana.
    Lo scomparso è alto un metro80-85 centimetri. Corporatura magra, capelli corti scuri, occhi azzurri, con un neo sul mento. Per i carabinieri è come cercare un ago in un pagliaio perché se il corpo si trovasse in una zona frequentata, considerato il grande afflusso di turisti del periodo, sarebbe già stato segnalato

  2. aggiornamento del 18/08/2010

    E' stato trovato nel pomeriggio di oggi il corpo, ormai ridotto ad uno scheletro, del cittadino iracheno di etnia curda, Baiz Ebraim Pshadar, di 47 anni, la cui scomparsa era stata denunciata alcuni giorni fa ai Carabinieri di Udine dal cugino, Hama Ali Rasoul, cittadino britannico di etnia curda, di 37 anni. Il corpo – a quanto si e' saputo – e' stato trovato intorno alle 18 in un fossato, ad un centinaio di metri dalla strada provinciale Artegna-Buia, in provincia di Udine. Polizia e Carabinieri avevano indirizzato le ricerche dell'uomo proprio in quella zona, qualche chilometro piu' a nord di quella in cui in un primo momento era stato cercato, dopo che alcuni suoi connazionali avevano fornito alla Questura del capoluogo friulano informazioni piu' precise sul luogo dove si trovava il cadavere

  3. aggiornamento del 19/08/2010

    A fare il tragico ritrovamento sono stati ieri pomeriggio verso le 18 polizia e carabinieri. Stavano cercando un cadavere dalla vigilia di Ferragosto. Da quando il cugino del 47enne iracheno di etnia curda aveva segnalato ai carabinieri del Comando provinciale di Udine che il parente poteva essere stato gettato da un camion diretto verso nord nei pressi dell’autostrada A23 nella zona di Gemona e Venzone, le ricerche si erano concentrate proprio nella zona pedemontana.
    Gli inquirenti avevano una traccia, un sms giunto da un’utenza greca proprio al cugino della vittima, con l’indicazione “Udine-Venzone-Bueris A23 Tolmezzo, SS13 Pontebbana”. Gli inquirenti così hanno subito cercato in quell’area considerando attendibile la denuncia del curdo di cittadinanza inglese. Indicazioni precise e agghiaccianti secondo le quali il parente sarebbe morto durante la traversata in nave dalla Grecia a Venezia all’interno del camion in cui aveva trovato rifugio, molto probabilmente con l’appoggio del camionista. Lo stesso che, accortosi al momento dello sbarco del decesso del clandestino, aveva deciso di liberarsi del cadavere poco lontano dall’uscita Gemona dell’autostrada A23.
    Per questo gli inquirenti cercavano da giorni in quella zona. Poi, ottenute grazie a un avvocato più precise indicazioni dai parenti del disperso, il tragico ritrovamento. Il cadavere è stato trovato ieri pomeriggio poco dopo le 18 in un canale che divide due appezzamenti di terreno poco lontano da una strada sterrata che si diparte dalla provinciale che collega Artegna a Buja. In territorio comunale di Artegna. Una strada sufficientemente ampia, hanno subito stabilito gli inquirenti giunti sul posto assieme ai vigili del fuoco, al sostituto procuratore di Tolmezzo, Luca Olivotto e al medico legale Lorenzo Desinan, per consentire a un autoarticolato di entrare, sostare e invertire la marcia, magari senza essere notato nel cuore della notte. Il cadavere era ormai ridotto a uno scheletro. Sopra solo una maglietta e un paio di pantaloni. Nessuna coperta, nessuno oggetto personale. Niente di niente.
    Grazie al prezioso lavoro dei Vigili del fuoco, dopo un primo esame del medico legale, che ha fatto risalire la morte a una ventina di giorni (tutto in linea con la data ipotizzata dalla scomparsa, la notte del 25 luglio scorso) i poveri resti sono stati portati nella camera mortuaria dell’ospedale di Gemona. Per questo pomeriggio infatti il magistrato ha disposto l’effettuazione dell’esame autoptico, che sarà fondamentale per capire le cause della morte dell’immigrato clandestino. Il dottor Olivotto, assieme ai carabinieri del Nucleo investigativo guidati dal capitano Fabio Pasquariello, della Compagnia di Tolmezzo e agli uomini della Questura, vogliono capire se nel decesso del curdo siano implicate terze persone o se il poveretto sia stato colto da malore durante il lungo viaggio nell’angusto cassone di un camion, magari senza cibo e acqua per giorni. Per ora intanto, a carico di ignoti è stato aperto un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e occultamento di cadavere. In seguito all’autopsia però le cose, sul fronte giudiziario, potrebbero cambiare.
    Per ora di certo resta la tragica fine di un uomo di 47anni che per sfuggire alla guerra e agli stenti dell’Iraq ha trovato la morte durante il viaggio della speranza. E per giorni e giorni il suo cadavere è rimasto in un fosso. In mezzo al Friuli, terra di cui forse nemmeno sapeva l’esistenza.

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