Friuli: Zamparini e investitori russi lanciano gli elicotteri carnici

di Michela Zanutto.

Pioggia di rubli per la Konner helicopters di Amaro. Tutto merito di Maurizio Zamparini, patron del Mercatone Zeta, meglio conosciuto come eclettico presidente del Palermo Calcio. Ma quello dipinto ieri davanti agli studenti della sua ex scuola, il Malignani di Udine, è un affresco molto lontano dall’esonera allenatori conosciuto in tv. È un imprenditore capace di commuoversi respirando l’odore del laboratorio di officina meccanica in cui entrava ogni giorno a 20 anni. Un imprenditore che non si dimentica della sua terra. E anzi, guarda al Friuli Venezia Giulia per creare nuovi posti di lavoro. Esattamente come accade ad Amaro. Lì, nella dura Carnia, ha sede la Konner helicopters dove è nato il k1, l’elicottero ultraleggero di ultima generazione su cui Zamparini ha puntato gli occhi. E non soltanto. Perché grazie a una società creata con un partner russo, in Carnia arriveranno i fondi necessari a ottimizzare la produzione portandola da «dieci elicotteri l’anno a 300», spiega l’imprenditore. Complessivamente la partnership con gli investitori venuti dall’Est è forte di «un fondo da un miliardo di euro, destinato a investimenti nelle aziende italiane e in agricoltura», rivela il padre dell’Mz. La vocazione di Zamparini all’imprenditorialità arriva ancora prima del diploma. Studia da perito aeronautico senza però un reale trasporto verso la materia. «Ho scelto questa scuola – ha raccontato ieri – perché aveva e ha, serietà e caparbietà nella preparazione, ti faceva capire l’importanza di quello che stavi facendo. E ancora oggi vedo quello stesso entusiasmo». Il diploma arriva nel 1959 e «dei 19 compagni di classe, forse uno ha scelto la strada aeronautica. Metà è diventata imprenditore e metà direttore d’azienda». È ancora studente, quando nel fallimento di un lavoro di officina Zamparini trova l’illuminazione: «Ero negato – ammette – l’insegnante aveva chiesto di ricavare un parallelepipedo da un pezzo di ferro. Il mio, dopo molte tribolazioni, era una sottiletta. Quello del compagno di banco che aiutavo in italiano, perfetto. È stato allora che ho capito d’avere bisogno di esecutori per fare il mio lavoro». Le asperità sono il filo rosso delle fortune di Zamparini. Come quando a 27 anni resta senza lavoro (e con tre figli) perché i suoi ex soci svizzeri gli avevano “soffiato” la società di caloriferi fondata nel 1963. Da quell’impasse si reinventa venditore: «Ero piuttosto bravo – ammette – perché vendere è un’arte: non bisogna spingere all’acquisto, ma chi si ha davanti deve desiderare di comprare». È un Bignami di vita quello che Zamparini ha regalato ieri ai ragazzi del Malignani, grazie all’idea dell’Associazione degli aeronautici della scuola. «Anche se invecchio, ho sempre 20 anni nell’anima. Sono un vostro coetaneo», ha detto rivolto ai giovani. Amarcord a parte, il presente di Zamparini è il Palermo Calcio. «È un vizio – scherza –. Un vizio costoso, ma da cui è arrivata grande notorietà. Quello è il mondo dell’immagine. Voi qui avete Pozzo che è bravissimo. Anch’io cerco di fare lo stadio a Palermo, ma per il momento non abbiamo un euro di finanziamento dalle banche». E poi arriva l’excusatio che non ti aspetti dal presidente di una “piccola”: «Nel calcio non c’è corruzione, gli arbitri sbagliano ma non perché corrotti».