Gemona: i Comitati annunciano il referendum abrogativo contro la riforma sanitaria

 

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di Domenico Pecile.
«È chiaro, evidente che ogni iniziativa a difesa del nostro ospedale mi troverà consenziente. Ero e sto con i Comitati che da 20 anni stanno difendendo il presidio ospedaliero di Gemona». Così il sindaco di Gemona, Paolo Urbani, commenta l’iniziativa annunciata ieri dai comitati del Gemonese, che vogliono estenderlo a quelli di Cividale, di «intraprendere la raccolta di firme per un referendum contro la riforma sanitaria e a inoltrare gli esposti alle autorità competenti per la verifica dell’antisismicità dei presidi ospedalieri promossi e dell’acquisto di due risonanze magnetiche in Alto Friuli». Lo stesso Urbani ha annunciato per questa mattina una conferenza stampa che farà il punto su quanto accaduto in Consiglio regionale e su come adesso la protesta proseguirà. «Ogni atto a favore dell’ospedale di Gemona – insiste il primo cittadino – ci vedrà solidali. Oggi più di qualcuno si rende conto che questa è una riforma alquanto pasticciata. Se una volta i campanilisti erano soprattutto di Gemona e Cividale, oggi vedo che altri come la Carnia in particolare stanno alzando le mani davanti al fatto che il baricentro della nuova assistenza, che doveva essere di salvaguardia per la montagna e la collinare, si è spostata decisamente verso il basso. Questa è una riforma fatta da burocrati e appoggiata dalla giunta regionale, dall’apparato sindacale e dalle baronie; una riforma mai condivisa con i territori». Intanto i comitati nell’annunciare gli esposti, annunciano anche che vigilerano, inoltre, «su eventuali avanzamenti di carriera di consiglieri a seguito del proprio voto». Strategia chiara, ma la ferita è bruciante, «per l’inaccettabile e vergognoso epilogo dell’emendamento all’articolo 34: gli ospedali di montagna non sono salvi per un voto. Quanto successo in consiglio non ha precedenti. Grazie a questa riforma, a nord di Udine rimarrà un solo ospedale, alla faccia del potenziamento dell’assistenza primaria e dell’equo diritto alla salute. Eravamo scesi per guardarli negli occhi e per riferire alla gente chi ci avrebbe tutelato e chi no». «Enzo Marsilio – si legge nel comunicato dei comitati – dovrebbe tutelare i territori che lo hanno eletto e invece prevale l’ordine di partito. Inutile dire che ci saremmo aspettati solidarietà dall’onorevole (grazie a noi) De Monte, che ha preferito invece accusare i nostri sindaci di campanilismo invece di lottare per il suo ospedale. Ci ricorderemo di tutti al momento del voto». Ma anche il capogruppo Pd Shaurli, finisce nel mirino, perchè “reo” di avere accusato di campanilismi le comunità di Cividale e Gemona, nel mentre «preparava e favoriva gli interessi della sua comunità di provenienza, quella del tarcentino, spostandola, all’area di Udine. Senza tanti scrupoli, hanno creato una nuova azienda dell’Alto Friuli che avrà la sua porta a Castions di Strada. È inaccettabile e inverosimile che una maggioranza di centro-sinistra (Pd, Cittadini, Sel con l’eccezione di Pustetto) abbia votato una riforma così iniqua, tagliando fuori la montagna. In ambito nazionale il ministro Lorenzin ha emanato norme a tutela delle zone montane nel Patto per la salute, qui invece, dove la Regione può legiferare in materia autonomamente, si riesce a penalizzarle». Infine, la chiosa: «Grazie presidente Serracchiani e assessore alla montagna».