Ingegnere e bracconiere

Un ingegnere carnico, R.S., è accusato di aver investito un guardacaccia per nascondere un episodio di bracconaggio. È accaduto a Verzegnis domenica scorsa. Per far luce sull’accaduto sono in corso le indagini coordinate dalla Procura di Tolmezzo, in attesa che la competente Commissione disciplinare regionale adotti severi provvedimenti a carico dei trasgressori, R.S. e il suo complice.

Questa la ricostruzione dei fatti fornita dalla Polizia provinciale. Verso le 12 di domenica scorsa, una femmina di capriolo viene abbattuta con un unico colpo di arma da fuoco alla spalla. Dopo l’abbattimento, R.S., sarebbe sceso dal monte senza la sua preda: farsi trovare con un capriolo ucciso fuori stagione (la caccia a questo ungulato infatti, ai sensi del calendario venatorio regionale, è chiusa) implica il rischio di non poter andare più a caccia per un lungo periodo. Ma i movimenti di R.S. sarebbero stati tenuti sotto controllo dagli esperti guardacaccia provinciali. «Verso le 17, quando ormai la zona era immersa nel buio – ha spiegato la Polizia provinciale – ecco che è ricomparsa l’auto. All’imbocco della pista forestale, R.S. ha fatto scendere un uomo che gli ha fatto da "palo", comunicandogli attraverso una ricetrasmittente movimenti sospetti». All’ultimo tornante, a poche centinaia di metri dalla strada, i guardacaccia della Provincia hanno dato l’alt, accendendo le torce ed intimando a gran voce a R.S. di fermarsi. L’ingegnere non avrebbe arrestato l’auto, ma accelerando avrebbe urtato un guardacaccia che cadendo a terra si è procurato un trauma al ginocchio. R.S. avrebbe poi continuato la corsa senza recuperare il complice che è stato bloccato poco dopo. Alla fine l’ingegnere ha incontrato i guardacaccia e ha giustificato la sua fuga con la presenza nel bagagliaio di una lepre investita e con la paura di essere scoperto e pertanto di essere sospeso dalla caccia. Non ha parlato del capriolo, che è stato ritrovato dai guardacaccia a un chilometro dal punto in cui R.S. si è dato alla fuga, ai margini della strada. Gli agenti provinciali infortunati nel corso dell’operazione, hanno dovuto ricorrere alla cure del pronto soccorso. Si tratta di Edi Iob e Andrea Vidoni.

«Questo fatto – ha affermato il direttore della Riserva di caccia di Verzegnis, Franco Da Pozzo – rappresenta un atto terribile per l’attività venatoria. Un’azione di questo tipo, che purtroppo si è verificata già altre volte – ha aggiunto – dovrà sicuramente avere conseguenze disciplinari. Dispiace però che la Regione si dimostri insofferente a questi problemi». Si chiedono procedimenti disciplinari nei confronti di bracconieri-cacciatori colti in flagrante e maggiore chiarezza nell’attribuzione delle competenze per intervenire.