Lauco: la Cic rileva bottega alimentari con bar, ora con fax, wi-fi gratis e servizio spesa a domicilio

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di Tanja Ariis.

Il paese si arricchisce di una bottega che punta a essere multiservizi: oltre a frequentarla come bar, vi si potranno fare fax e fotocopia; ci sarà il wi-fi gratuito per Internet (da febbraio); ci sarà, da marzo, il servizio di spesa a domicilio (basterà una telefonata per ordinare la propria spesa e riceverla a casa); in negozio ci sarà il “kid corner”, un angolo gioco per i bimbi mentre la mamma fa la spesa. Ieri, infatti, la Cic (Cooperativa Indotto Carnia) ha aperto ieri un altro negozio di alimentari in Carnia, a Lauco, nella cui Casa del popolo ha rilevato l’attività dal precedente gestore. Senza questa nuova impresa commerciale il paese avrebbe perso un importante servizio. Ora la bella novità. Non solo: si sta inoltre studiando il sistema, già utilizzato in Trentino per esempio, perché in futuro – come spiega il presidente della Cic, Stefano Adami – al punto vendita si possano anche pagare i bollettini, quando la posta non è aperta. Cic, nata nel 1987, svolge la sua attività principale a Villa Santina, dove produce collettori per scambiatori di calore, impianti rigidi per vasche e altro e nel 2000 ha avviato il negozio di alimentari a Enemonzo, cui ieri è seguita l’apertura di Lauco. Conta in tutto 30 dipendenti, di cui 26 nella fabbrica di Villa Santina e 4 nei due negozi. Cic crede nel ruolo della bottega di paese. In un momento in cui molte attività e servizi, da parte dello Stato e di privati, non crescono in montagna, ma piuttosto calano, che qualcuno invece ci investa è molto importante. Oltre tutto, Adami ammette che, pur «con la necessaria cautela, perché il passo va fatto sempre secondo la gamba, Cic vorrebbe in futuro aprire anche altri punti vendita nei paesi della Carnia». Ci sono contatti in corso. Prima – osserva Adami – va fatta l’analisi e poi si valuta se compiere un altro piccolo passo. Ieri, intanto, come detto, ha aperto il punto vendita Vem (vicino è meglio) “Cic market Lauco” e la sera, nella sala sociale della Casa del popolo, ha presentato l’iniziativa. E pensare che ad aprile Cic temeva di dover chiudere il negozio di Enemonzo. Prima però, anche attraverso il Messaggero Veneto, aveva invitato la popolazione a un incontro per spiegare la situazione: le poche vendite non consentivano di andare avanti e ,se in un mese il trend non fosse cambiato, sarebbe giunta la chiusura. Il bel confronto che ne derivò con i residenti spinse vari paesani a tornare e Cic a muoversi soprattutto sui prezzi con i fornitori, ad aumentare l’offerta di prodotti ed è stata premiata. «Il negozio di Enemonzo – afferma Adami – sta andando bene. Oggi abbiamo più clienti ed è anche tornato qualcuno che non veniva più. Continuiamo con la filosofia dei prodotti di qualità». La decisione di rilevare “Il Girasole” di Lauco – spiega Adami – è stata presa a ottobre e la sua gestrice ora lavorerà in negozio per la Cic. Ma con le botteghe di paese ci si vive? Adami è convinto di sì: strutturandole bene, è possibile, come dimostra anche una bella esperienza svizzera partita proprio dai piccoli paesi. Per Adami «bisogna tornare nei paesi, crederci e portarci servizi».