Paularo: a Dierico il negozio che tiene vivo il paese

di Antonio Simeoli 

Da una tragedia che ha squassato una famiglia e un’intera comunità è stato scritto un altro capitolo di una storia iniziata addirittura alla fine dell’Ottocento. Siamo a Dierico di Paularo, una delle frazioni del comune della Val d’Incarojo. Quattrocento abitanti, molti anziani. Un bar e un negozio di alimentari, ma sarebbe meglio chiamarlo emporio visto che lì si può trovare di tutto, dai due etti di prosciutto ai pellets per riscaldarsi. Il giorno di Capodanno il minimarket (così è chiamato) sembrava non avere futuro. Walter Silverio e Norma Dereani, i proprietari di quel negozio (nel frattempo avevano affittato il vicino bar) muoiono improvvisamente nel loro stavolo non lontano dal paese, stroncati dalle esalazioni di monossido di carbonio fuoriuscite dal generatore elettrico diesel che avevano usato per scaldarsi la notte di Capodanno. È una tragedia della famiglia, ma è anche un lutto che colpisce il paesino, la valle, la Carnia. Perché Walter e Norma in Carnia tutti li conoscevano. Commercianti che si facevano rispettare e conoscere per la loro generosità erano stati per anni un avamposto all’abbandono della montagna. Avevano aiutato una comunità, quella di Dierico, a sopravvivere. Walter con la sua Ape portava le bombole del gas anche negli stavoli più lontani, le medicine agli anziani. E poi, quando una mamma stava per partorire e magari il padre del bimbo si trovava in giro per l’Europa a fare il muratore (la specialità della valle), prendeva l’auto a tutte le ore e si precipitava all’ospedale di Tolmezzo. Sono passati nemmeno undici mesi e questo pomeriggio al teatro Nuovo Giovanni da Udine, alle annuali premiazioni della Camera di Commercio, l’emporio dei Silverio sarà premiato «per l’attività svolta in montagna a favore del tessuto sociale e in un contesto di sfide quotidiane, con passione, determinazione ed entusiasmo». Non si tratta di un premio al passato, ma di un riconoscimento attuale più che mai e assegnato dall’ente camerale a Oscar Silverio, uno dei due figli dei coniugi uccisi dalle esalazioni. Un giovane di 22 anni capace, complice il determinante aiuto del fratello più vecchio Loris, di non lasciarsi vincere dal dolore, di non scegliere la strada, forse più semplice, di chiudere tutti e magari concludere gli studi universitari andando a cercare un lavoro in pianura, ma di reagire. E, nel nome di papà Walter e mamma Norma, e al servizio della sua comunità, di reagire e riaprire il negozio a tempo di record. A dare una mano a Oscar, oltre al fratello Loris, che lavora alle Generali di Trieste e quindi ha dovuto da tempo trasferirsi in città con la famiglia, senza però mai abbandonare il paese d’origine, è stata la fidanzata Desy, da qualche tempo assunta nella piccola attività commerciale. I due fratelli hanno frequentato all’inizio dell’anno l’apposito corso alla camera di Commercio riaprendo l’attività dei genitori prima della primavera. Ora il riconoscimento. Che conferma come in Carnia sia possibile ancora vivere e lavorare.

Una risposta a “Paularo: a Dierico il negozio che tiene vivo il paese”

  1. Conosco Paularo bene, essendo stata in vacanza a Piano d’Arta per 30 anni nel mese di agosto. Una anzi + gitarelle non sono mai mancate. Ho delle belle foto fatte in loco che conservo e ogni tanto le guardo con malinconia. Mi dispiace per la morte dei coniugi e conoscevo anche il loro negozio.

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