Paularo: Klagenfurt si muove per salvare la Mozartina

Il maestro Canciani chiede aiuto e Klagenfurt risponde prontamente; ormai la decennale abnegazione del masetro Canciani di Paularo nulla può contro le muffe che nella casa-museo del maestro  minacciano liuti e pianole.

Tessitori dal MV di oggi

Il gesto per ora è simbolico, ma che a compierlo sia la Carinzia, dove la cultura musicale è un distintivo, suona già una garanzia: «Gli austriaci sono i principali frequentatori del museo e una giornalista di Klagenfurt è venuta di persona a constatare i pericoli che corrono i nostri antichi strumenti musicali aggrediti da umidità e muffe» spiega il maestro Giovanni Canciani che si scaglia contro la burocrazia regionale e la lentezza nelle erogazioni pubbliche. «Ma forse – aggiunge – il presidente Tondo può ancora aiutarci». Quello della Mozartina è un gioiello che i musicofili d’Europa ci invidiano «perché è l’unico museo con strumenti antichi restaurati e sonanti» ricorda il maestro Canciani, artefice di questa preziosa collezione. Si tratta di venti tastiere tra grandi organi e pianoforti, di congegni a plettro, di archi e violini, di ulteriori dieci tra cetre, flauti armonici e liuti anche orientali piú due pezzi rarissimi: un claviciterio, che brilla nel Flauto magico di Mozart, e un Glokenspiel, sorta di vibrafono dell’800 con martelletti piccolissimi.
«La ristrutturazione del museo è stata resa possibile da un finanziamento regionale di 200 mila euro – riconosce Canciani -, ma ce ne volevano ancora 100 mila per risanare il piano terra esposto a forti infiltrazioni». La difficile congiuntura economica e i tagli inferti alla cultura hanno sopito le ultime speranze: «Dei 15 milioni di euro stanziati per le varie iniziative di quest’anno, in Carnia sono arrivate le briciole – lamenta Canciani -. Capisco la scelta di interrompere la dispersione dei contributi a pioggia, tuttavia penso che la Regione dovrebbe avere piú a cuore l’attività delle piccole associazioni che in fondo rappresentano gli unici momenti di aggregazione e di conservazione della cultura di un popolo». Paularo, per esempio «è un paese che vanta ben quattro organi antichi delle piú importanti scuole italiane», e da quando il maestro Canciani si spende per la diffusione della cultura musicale «i pianoforti nelle case sono passati da due a quaranta». «A me però – precisa – il contributo non è arrivato. Avrei promosso un convegno di organaria e organologia con una mostra fotografica degli strumenti antichi in Carnia e in Boemia. Ma avrei soprattutto allestito concerti sulle antiche tastiere realizzate da maestri come i Morassi di Cercivento e i Sellenati di Sutrio, offrendo ai giovani musicisti un’occasione unica per esibirsi e mostrare quanto valgono. Perché il mio obiettivo principale è e resta quello di fare scolarizzazione della cultura musicale».
Pazienza, dice quasi il maestro, purché si corra ai ripari: «La Regione dovrebbe essere piú attenta all’attività culturale sul territorio, al di là delle apparenze dei grandi eventi estivi», ripete. «Bisogna andare in profondità, alle radici della cultura, che vanno preservate». Gli esempi non mancano: «Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige sono corse ai ripari con politiche che hanno cura di tutte le piccole istituzioni di vallata», segnala Canciani, che cita anche l’esempio del Piemonte in cui ha vissuto per quaranta lunghi anni «e a Torino mi facevano ponti d’oro perché allestissi là il mio museo». Ma lui no, da buon carnico è rimasto fedele all’idea che dovesse essere Paularo, con la sua tradizione di arte organaria e musicale, il paese depositario di questo tesoro. «Quando in Carnia c’erano l’autonomia economica e una cultura frutto dell’esperienza artigiana nelle grandi corti europee, ovvero nel Settecento, l’età del Linussio, Paularo vantava un patrimonio di case gentilizie di altissimo livello, con palazzo Calice-Linussio-Fabiani, casa Tarussio e casa Canciani che testimoniavano del rigoglio culturale e artistico che affrancava la montagna. Quella cultura – ammette – si è smarrita e oggi, senza piú licei che siano pensatoi e piattaforme della fantasia e con un crescente esercito di tecnici pendolari, la montagna si svuota e a Paularo si contano ormai 400 case sfitte o disabitate».
La Regione potrebbe fare di piú, ma Canciani se la prende soprattutto con le lentezze della burocrazia, mentre al presidente Tondo, che è di Tolmezzo, riconosce «la volontà di aiutarci, ma lui è fedele al princípio dell’essere super partes. Osservo, però, che se stiamo ai comandamenti evangelici (e il piú importante è quello dell’ama il prossimo tuo come te stesso) nessuno gli rimprovererebbe qualcosa se facesse di piú per la sua Carnia».
Ciò che al museo servirebbe è presto detto: un finanziamento per rifare il tetto aerato e isolare il piano terra per salvare la qualità armonica dei legni sensibili alla temperatura e all’umidità; e contributi per i concerti dei giovani con gli strumenti antichi. Canciani intanto, mai domo, fa come può. «Ho appena costituito l’associazione Amici della Mozartina», rivela sperando nell’aiuto di sponsor privati «oltre alla Fondazione Crup che ogni anno ci aiuta ed è per noi una certezza». E poi c’è quell’attenzione da Klagenfurt: «Loro sí – confessa il maestro con un po’ di amarezza – che apprezzano il solo museo nel quale si ascolta il suono della voce del tempo».

2 Risposte a “Paularo: Klagenfurt si muove per salvare la Mozartina”

  1. l'articolo del maestro è perfetto negli argomenti! Ho avuto un'immenso piacere nel percorerlo!Mi auguro che tale articolo tocchi la sensibilità di
    tanti e sopratutto dei dirigenti politici per salvare quel "TESORO" che rapresenta la Mozartina.
    COMPLIMENTI PERÖ  A klagenfurt .
    da un'utente francese che conosce il museo:
    j. Milesi.

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