Paularo ricorda Renato Della Torre

Dal MV di oggi

Un concerto che non sarà dimenticato quello che è stato ospitato dalla chiesa parrocchiale delal Beata Vergine di Lourdes. Un evento che ha voluto offrire con la musica il caloroso tributo al ricordo dell’indimenticabile Renato della Torre, uomo grande e amato, un intellettuale protagonista della cultura e della vita musicale friulana la cui scomparsa un anno fa ha lasciato tutti in un vuoto che solo la memoria degli affetti può aiutare a colmare.
Serata che è stata al contempo una sentita preparazione alle feste di Natale, nell’intima partecipazione del numeroso pubblico riunito a ricordare con vivo sentimento una persona cara, e in sua compagnia auspicare un nuovo anno sereno. Il direttore artistico della manifestazione, Giovanni Canciani, ha voluto per questo dare in apertura di concerto la sua diretta testimonianza in merito alla grande importanza che ha avuto Renato nel campo della ricerca musicale, e non solo, ricordandolo affettuosamente come una persona generosa e instancabile, un profondo e appassionato studioso, un esemplare didatta, un fine interprete, un caro amico cordiale e dal cuore d’oro.<br />
La presentatrice Maria Giovanna Elmi ha poi aperto i diversi momenti musicali, riuniti in un corposo programma, tutto ben eseguito dall’orchestra Jacopo Linussio e dal Coro Sant’Ilario (che comprende la corale del duomo Paluzza, il coro Cossetti di Tolmezzo, la corale d’Incarojo ed il Corut di Paularo), diretti con sicura maestria da Daniel Prochàzka. Programma che ha visto tra l’altro l’esecuzione di interessantissime pagine inedite provenienti dal patrimonio musicale sacro boemo, conservate negli archivi della casa-museo La Mozartina. Si tratta del brillante offertorio Omnes Gentes Jubilate di Ryba, letto con accorta interpretazione dal soprano Marianna Prizzon, in comunione col coro, e del Sanctus dalla Missa solemnis in re minore di Volkert, dove l’orchestra in particolare ha dimostrato il suo valore nella non facile condotta delle parti strumentali.
A queste sono seguite opere di un’eredità più conosciuta, e certamente sempre ben gradite, come il Concerto per organo e orchestra in fa maggiore di Haendel, dove ha ricevuto particolari apprezzamenti l’organista Alessandro Bozzer, molto applaudito nell’Allegro finale, il Concerto in re minore per violino, organo, archi e cembalo di Vivaldi, con le parti violinistiche affidate alla pronta mano di Guido Freschi, lo Splendente te, Deus di Mozart e la Pastorale in sol maggiore di Corelli.
Accanto ad esse alcune composizioni del maestro Canciani, a realizzare il trait d’union spirituale con le forme musicali del barocco e del classicismo: una pastorale in fa maggiore di puro clima natalizio, un mottetto per coro ed orchestra in do maggiore, ed il luminoso Gloria dalla Missa Solemnis di Sant’Ilario, che ha ricevuto le più sentite lodi.
A chiudere la seratam Stille Nacht di Gruber, con la divertita partecipazione canora del pubblico, per un concerto che certamente, nella memoria e con amore, ha risuonato molto lontano.
Alessio Screm