Separazioni: la colpa è sempre dell’autista


Ha fatto scalpore la notizia di Sara che
è scappata con l’autista che guidava l’auto nuziale mezz’ora dopo essersi sposata e aver lasciato sposo ed invitati ad attenderla invano al banchetto di nozze. Se avesse abbandonato il coniuge un momento prima di dire il fatidico sì, sarebbe stato un film già visto (il Laureato di Mike Nichols per capirci) e sicuramente non avrebbe destato più di tanto clamore. Al di là di tutte le considerazioni già fatte sui giornali e media, mi sono chiesto come uomo, quante nostre consorti avrebbero avuto voglia di fare la stessa cosa (e non l’hanno ancora fatto) anche a distanza di 1 o di 10 anni dal matrimonio. Meglio non pensarci e prendere qualche contromisura nei confronti della specifica categoria dei conducenti in genere; ad esempio dopo questa storia, ho deciso di tenere ben alla larga il mio amico Willer. D’accordo che fa l’autista delle autocorriere di linea e non il conduttore di auto nuziali, ma di quella categoria lì è meglio non fidarsi perché finiscono sempre sui giornali e con grande clamore. Prendete ad esempio il guidatore o autista del corrierone (o carrozzone che dir si voglia) chiamato Italia: anche lui qualcosa deve averla combinata visto che è stata la moglie stavolta a lasciarlo e a chiedere il divorzio. Ed ecco il perché bisognerebbe cambiare il testo dei cartelli che troviamo sui mezzi pubblici: al posto di "Non parlate all’autista" bisognerebbe scriverci "Non rispondete all’autista" perchè se ci parli poi come minimo rischi di finire su tutti i giornali.