Tarvisio: autoaccusa dei cacciatori «I bracconieri sono tra noi»

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di Giancarlo Martina

«Non ci sono se e ma, i nostri avversari non sono i contrari alla caccia, con i quali il confronto deve avvenire senza alcun timore sul piano scientifico ed etico, e nemmeno coloro che praticano modalità di prelievo diverse da quelle maggioritarie del distretto e cioè la caccia di selezione, ma sono soltanto coloro che tra di noi non rispettano le regole stabilite e le modalità del convivere civile». Va giù duro il presidente Valerio Pituelli nel fare il bilancio dell’attività del Distretto venatorio numero 1 del Tarvisiano, nei confronti dei soci che con i loro comportamenti da bracconieri deturpano l’immagine della categoria a pro degli anticaccia. Passando ai numeri, nel Distretto sono oltre 12 mila i capi di selvaggina prelevati dai cacciatori in 13 annate (dal 2000 al 2012) nell’ambito appunto del Distretto venatorio del Tarvisiano. Un compendio di 70 mila ettari che si espande anche in Carnia e comprende i territori dei comuni di Bordano, Chiusaforte, Dogna, Ligosullo, Lusevera, Moggio Udinese, Monteaperta, Paularo, Pontebba, Resia, Resiutta, Taipana, Tarvisio e Venzone con le rispettive riserve e le aziende faunistico venatorie del Picco di Mezzodì, Brezje, Malghe del Montasio e Pramollo. L’amministrazione del patrimonio della selvaggina è affidata alla gestione delle riserve in cui operano 700 soci cacciatori. «È un patrimonio che impone una gestione attenta alle dinamiche della fauna – spiega il presidente Pituelli che ha provveduto a diffondere l’opuscolo informativo riguardo all’attività dell’ultimo decennio – e la conoscenza del numero degli abbattimenti anno per anno per i soci sarà elemento utile di conoscenza; per gli altri la dimostrazione che il mondo venatorio offre un contributo di trasparenza in nome del confronto con ogni componente del tessuto sociale». «I numeri però – aggiunge Pituelli – non evidenziano un particolare importante, che il prelievo della selvaggina è di gran lunga inferiore a quello che sarebbe consentito a ogni riserva, nel rispetto del prelevamento del solo “interesse” senza intaccare il “capitale”. Comunque, la Rassegna di gestione non è un motivo di esaltazione, ma momento significativo per spiegare la nostra attività, le normative, gli obblighi e anche il lavoro a favore della fauna e dell’ambiente». Per meglio perseguire gli obiettivi di una corretta gestione della fauna – conclude Valerio Pituelli – «siamo aperti anche alle esperienze altrui e per questo abbiamo avviato contatti operativi e di amicizia con le organizzazioni venatorie delle vicine regioni della Carinzia e della Slovenia».