Tarvisio: “Chi l’ha visto?” e il caso del bambino sepolto nella chiesa

 

Le telecamere di “chi l’ha visto?” nella puntata del 15/02/2012 erano collegate in diretta dalla chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Tarvisio dove l’inviato, Fiore de Rienzo,  cercava di capire se avessero un fondamento le dichiarazioni di un manovale che negli anni 60 aveva lavorato all’ampliamento della chiesa stessa; secondo questo testimone durante i lavori di allungamento della chiesa era stato rinvenuto il cadavere di un bambino dell’età di circa due anni sepolto sotto il pavimento della sacrestia. Durante il servizio l’inviato intervista il Parroco della chiesa e una Suora che presta la sua opera per la parrocchia dagli anni 40.

2 Risposte a “Tarvisio: “Chi l’ha visto?” e il caso del bambino sepolto nella chiesa”

  1. aggiornamento del 16/02/2012

    di Giancarlo Martina

    Ci sono i resti di un bambino sotto il pavimento della sacrestia della chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo di Tarvisio? L’interrogativo, o meglio il giallo, l’ha sollevato ieri sera il notissimo programma televisivo “Chi l’ha visto?” di Rai 3, cui si è rivolto un muratore, che abita a una cinquantina di chilometri da Tarvisio e che vuole mantenere l’anonimato, per raccontare una vicenda che l’avrebbe visto protagonista nel 1967, quando, stando alla sua memoria, effettuando con il fratello i lavori del rifacimento del pavimento della sacrestia, sollevate alcune piastre di pietra, sono comparsi i resti ben conservati di un bambino di circa 80 centimetri, resti che avrebbero subito ricoperto alla presenza di un dipendente del comune di Tarvisio. Indubbiamente una storia di notevole interesse e “Chi l’ha visto?”, ha inviato al capoluogo della Valcanale una troupe guidata dal giornalista Fiore De Rienzo per indagare, scovare riscontri utili a chiarire il giallo, anche perchè monsignore Della Marina, il decano che i quegli anni è subentrato al defunto monsignor Fontana, è morto, e morti sono anche i sindaci di quegli anni Tullio Lindaver e Mario Di Gallo, come i tecnici comunali di allora. Non è certo una bella storia quella capitata, sulla chiesa di Tarvisio, ma il parroco don Claudio Bevilacqua, con la sua signorile disponibilità ha consentito che le telecamere entrassero in chiesa e nella sacrestia. «Non abbiamo nulla da nascondere nella casa di Dio», ha affermato. «Ma un po’ mi preoccupa il fatto – ha aggiunto – che per indagare ulteriormente l’autorità competente faccia chiudere la sacrestia per ribaltare il pavimento con danni conseguenti. Ciò che mi meraviglia – dice Don Claudio – è anche il fatto che il muratore parli di piastre sollevate, mentre a memoria delle suore che da 60 anni accudiscono alla chiesa, il pavimento delle sacrestia è sempre stato in tavole di legno». Non sarà che il muratore ha lavorato nella torre medioevale a nord della chiesa dove, nell’interrato c’erano in effetti delle tombe? E poi bisognerebbe anche considerare che il cimitero di Tarvisio fino agli anni Cinquanta era attorno alla chiesa parrocchiale il cui ampliamento è stato ultimato all’inizio degli anni Sessanta.

  2. aggiornamento del 17/02/2012

    di Tiziano Gualtieri

    Sarà il sostituto procuratore Luca Olivotto, su incarico del Procuratore Capo Giancarlo Buonocore, il titolare del fascicolo d’indagine sulla segnalazione emersa martedì nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?” riguardo la presunta presenza del cadavere di un bambino sotto il pavimento della sacrestia nella chiesa parrocchiale di Tarvisio. La Procura della Repubblica di Tolmezzo disporrà a breve la rimozione della pavimentazione in tavolato nel tentativo di fare chiarezza su quello che, al momento, appare un vero mistero. «Mi pare però più qualcosa legato al gossip che a un approfondimento giornalistico». Così il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, molto dubbioso sull’effettiva possibilità che la canonica della chiesa di Tarvisio sia diventata la tomba di un bambino e bolla come improbabili le rivelazioni fatte martedì sera a “Chi l’ha visto?” da parte di un manovale che ha voluto rimanere anonimo: «Però è giusto che l’autorità giudiziaria faccia il suo corso per fugare ogni dubbio e stabilire cosa sia successo». Secondo il primo cittadino la trasmissione si sarebbe “fidata” troppo di notizie che non trovano, al momento, nessun tipo di riscontro. «In realtà non ho neppure capito bene se a distanza di così tanto tempo, l’operaio abbia voluto svelare il segreto per liberarsi di un peso o perché qualcuno gli ha fatto ricordare la cosa». A creare dubbi sarebbe il racconto troppo generico, difficilmente verificabile e il fatto che non ha riscontro neppure il fatto che tra le tre persone depositarie del “segreto della canonica” vi fosse anche un operaio comunale. «Non abbiamo memoria storica neppure di questo» conferma Carlantoni. Così mentre il mistero rimane, il sindaco fa un plauso a don Claudio Bevilacqua rimasto «asettico e paziente davanti alle richieste della tv, ricordando come un po’tutte le chiese, nel passato, fossero attigue a luoghi di sepoltura».
    Il primo cittadino ha una preoccupazione: che il giallo possa creare disagi: «Speriamo che gli approfondimenti della Procura non mettano sotto sequesto l’intero edificio di culto. Quello sì che sarebbe un danno per la comunità». Intanto un altro dubbio serpeggia in paese: e se il manovale avesse “semplicemente” confuso la canonica con la torre medievale posta alla sinistra della chiesa e dove sono effettivamente state rinvenute alcune tombe?

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